sul biglietto: S.r G. Batta fu Alessio/ Leschiutta/ Zuglio
verso, in basso a sinistra: Maria Danni 8/ (scritta sulla tela originale)
verso, in basso a sinistra: Rosa Danni 10
verso, in basso al centro: Cattarina Rio/ lini/ Maritata/ Leschiutta/ Madre De Fi=/ gli Danni 34/ Lan 1853
verso, in basso al centro: Teresa/ Danni 7
verso, in basso al centro: G. Batta fù allessio/ Leschiutta/ Danni 33/ Lan 1853
verso, in basso a destra: Allessio/ D'anni 12
verso, in basso a destra: Nicolo/ D'anni 5
Il dipinto rappresenta la famiglia Leschiutta: al centro il capo famiglia, Giovanni Battista, si appoggia a un tavolino, nella mano destra ha un biglietto con iscrizione. Indossa una redingot sopra un panciotto nero a motivi floreali, camicia bianca con la mostra a fiorellini così come i risvolti del colletto, una cravatta a fiocco; all'anulare un anello con rosetta. Alla sua sinistra i figli Alessio e Nicolò; il più grande, indossa una redingot di tessuto scuro sopra un gilet e una camicia bianca; in mano stringe un libro. Nicolò, il più piccolo, indossa una redingot e un abito a motivi scozzese e tiene nella destra una pera. Sull'altro lato le donne della famiglia: accanto alla madre, la figlia Teresa, con un abito a fiorellini e un colletto bianco con un ricamo, un grembiule scuro a fiorellini bianchi; in mano ha un cestino con fiori. Accanto a lei la madre, Caterina Riolini, con abito a fiori e fazzoletto al collo; indossa gioielli, orecchini, collana ed anelli. Sul lato sinistro le sorelle Maria e Rosa, la prima in abito rosso con fiorellini, la seconda in abito sulle tonalità del verde e marrone: entrambe hanno il colletto bianco con ricamo e un grembiulino. In mano, una stringe un grappolo d'uva, l'altra un cestino di paglia con dentro una pannocchia e frutti.
Nel 1959 Luigi Ciceri dava notizia del reperimento del dipinto in Casa Leschiutta a Zuglio osservando come l'opera presentasse "molti elementi stilistici" che la avvicinavano al ritratto dei tre fratelli Da Pozzo, firmato Ariis, trovato dallo studioso nell'omonima casa a Solars di Ravascletto e ceduto anch'esso in seguito al Museo carnico (inv. n. 1682, cfr. Ciceri, 1959, p. 42). Le grandi dimensioni di questo dipinto e la ricchezza dei costumi con i quali i due coniugi e i loro figli si fanno ritrarre rivelano l'agio economico nel quale viveva la famiglia (cfr. Ciceri, 1959, pp. 42-43).
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