Il dipinto raffigura l'incontro di Antonio e Cleopatra.
La tela, assieme al suo pendant raffigurante la Vestale Tuccia (cfr. scheda OA 53068), è collocata sulla parete frontale a quella d'ingresso, ed entrambe sono le sole sovrapporte del salone con sviluppo verticale. Anna Maria Bava (2001) le attribuisce a Sebastiano Conca, datandole a cavallo tra il secondo e il terzo decennio del Settecento, per la sensibile influenza della cultura accademica romana, per il cromatismo acceso e l'impaginazione monumentale delle scene che le avvicinano ad altre opere eseguite dall'artista per la corte sabauda, come le due pale per gli altari minori della Venaria Reale del 1725, oggi conservate presso l'Università di Torino. Per la studiosa non è da escludere che i pendant abbiano fatte parte di un ciclo più ampio, raffigurante donne famose, ma non è nota la loro collocazione originaria. La Bava avanza l'ipotesi che le sovrapporte siano da riconoscere nei due quadri ricordati da Lione Pascoli (Perugia 1674-Roma 1744) nelle sue Vite de' pittori, scultori, ed architetti viventi tra quelli realizzati dal Conca per il cardinale Francesco Acquaviva. La Bava segnala l'esistenza di un disegno conservato nella Holkham Collection di Norfolk, pubblicato da G. Sestieri (1981, cfr. Bava 2001) con il titolo errato di Alessandro e Campaspe e che invece raffigura Antonio e Cleopatra, il quale è da mettere in connessione con la tela triestina, nonostante alcune varianti. la studiosa ipotizza che il foglio possa essere una prima idea per il dipinto in esame, poi modificata in corso d'opera, oppure un'altra versione dello stesso soggetto.
Bava A.M., Schede, in La Galleria Nazionale d'Arte Antica di Trieste. dipinti e disegni, Trieste/ Cinisello Balsamo 2001