La figura femminile qui rappresentata indossa una veste di seta bianca ed una sopraveste in tessuto ricamato. L'acconciatura è all'orientale. Con la mano destra regge la palma del martirio e sostiene il tradizionale attributo iconografico di Santa Caterina d'Alessandria.
Si tratta presumibilmente di un ritratto: il pittore sembra indagare con attenzione la fisionomia della donna ponendone in avidenza i tratti caratteristici come gli occhi, grandi e neri, e le gote arrossate. Inoltre, il pittore sembra soffermarsi con grande interesse sull'abbigliamento e, soprattutto, sulla pettinatura. Questa acconciatura è esattamente quella che viene scelta per rappresentare Rosselana moglie del sultano ottomano Solimano il Magnifico. Lo stesso Cesare Vecellio, nel suo Habiti antichi et moderni di tutto il mondo (libro VII, Habiti de Turchi, 1589), scrive: "la più favorita del Turco, l'oro che porta è la più esigua cosa a comparatione delle perle, e gioie che adornano tal donna: il Cidari suo è assai alto, e fregiato di un sottilissimo Velo, che descende fin terra". L'iconografia del dipinto potrebbe risalire ad un prototipo di Tiziano, la "Sultana Rossa" o Rossellana, favorita di Solimano, opera citata da Vasari e da Ridolfi ma che risulta perduta. L'uso di effiggiare donne in veste di sante era diffuso nella pittura veneta del Cinquecento e conobbe anche successivamente vasta fortuna. Il tipo di abbigliamento indossato dalla donna permette una datazione alla seconda metà del XVIII secolo.
Algeri G./ L'Occaso S., Le opere d'arte della chiesa di Sant'Anna di Capodistria, in Histria. Opere d'arte restaurate da Paolo Veneziano a Tiepolo, Milano 2005