Il soffitto è costituito da 79 pettenelle ed è posto al secondo piano del castello di Strassoldo di sotto (Ud). L’intera decorazione del soffitto è affidata all’uso di mascherine e caratterizzata dall’alternanza del colore di fondo, rosso o azzurro. A tavolette che sono decorate con motivi tratti dal repertorio delle grottesche (mascheroni e sirene vegetali) e con scene e figure tratte da stampe e incisioni coeve, si alternano tavolette con stemmi. Questi ultimi sono inseriti su scudi sagomati e posti su un fondo circoscritto da una semplice cornice rettangolare; completano la decorazione nastri svolazzanti e due rametti probabilmente di alloro. In ben 13 pettenelle è raffigurata la statua equestre di Marco Aurelio.
Nel soffitto uno stemma insolito, di tipo ‘matrimoniale’, è ripetuto più volte. Si tratta di una tipologia che, a oggi, non è stata riscontrata in nessun altro soffitto d’area friulana ed è costituita da due stemmi accostati, entrambi Strassoldo, che hanno negli angoli del riquadro quattro lettere: “S” e “S” in alto, “C” e “S” in basso. La presenza di questo particolare stemma permette sia di identificare con precisione l’esponente della famiglia che commissionò i soffitti, sia di determinare la motivazione e il momento della loro realizzazione. Il castello dove si trovano i soffitti in esame fu residenza dei conti di Strassoldo “di sotto” ramo Chiasottis fino almeno alla prima metà del Seicento, quando la linea si estinse e il castello passò agli Strassoldo “di sopra”. Tra il quarto e il quinto decennio del XVI secolo – periodo nel quale, in base alla tipologia degli stemmi e al tipo di decorazione tratta da incisioni, vennero realizzati i soffitti – vi furono almeno tre matrimoni tra consanguinei: tra Soldoniero di Giovanni Battista (linea Chiasottis) e Cornelia di Giovanni (ramo Soffumbergo), tra le sorelle di Cornelia, Domicilla e Strassolda, rispettivamente con Rizzardo (Strassoldo “di sotto”, ramo Villanova e Farra), e Mario (di Giovanni, zio di Soldoniero). L’inserimento delle lettere a fianco dello stemma si spiega, perciò, con la volontà di identificare con esattezza il matrimonio al quale si fa riferimento: quello cioè fra Soldoniero di Strassoldo (linea “di sotto”, ramo Chiasottis) – “S” “S” – e Cornelia di Strassoldo- Soffumbergo – “C” “S”. La committenza di questi due soffitti (B, C) è da attribuire, quindi, a Soldoniero e la decorazione aveva lo scopo di celebrare e ricordare il suo matrimonio con Cornelia. Inoltre, è possibile circoscrivere con molta precisione anche il momento della realizzazione dei soffitti, avvenuta necessariamente tra il 1536, data del matrimonio, e il 1544, anno in cui muore Soldoniero. I soffitti vanno assegnati alla stessa bottega responsabile dell’esecuzione delle tavolette di palazzo de Portis a Cividale del Friuli, di casa Cavazzini e dell’edificio nel complesso della Fondazione Casa secolare delle Zitelle a Udine. Quanto alla presenza di 13 pettenelle con la raffigurazione della statua equestre di Marco Aurelio, il motivo di questa scelta va probabilmente ricondotto al clamore suscitato dallo spostamento della statua in piazza Campidoglio – tanto che per l’occasione venne istituita la carica onorifica di ‘Custode del Cavallo’ –, avvenuto nel 1538 su iniziativa di papa Paolo III. Non solo l’immagine del monumento godette di fortuna e sicura circolazione grazie a diverse incisioni (di Marcantonio Raimondi, Marcello Fogolino, Nicoletto da Modena, Marco Dente eccetera), ma, proprio negli anni in cui la statua venne spostata, Panfilo di Strassoldo (vescovo di Ragusa in Dalmazia) si trovava a Roma presso la curia papale. In una pettenella che presenta tre figure di spalle (rispettivamente con lancia, con cane, con mazza d’arme) si avvertono forti analogie con incisioni coeve non soltanto dal punto di vista compositivo ma anche nella realizzazione delle singole figure. La notevole similitudine fra i due soldati posti alle estremità della pettenella e quelli presenti in un’incisione di Dürer – i Cinque lanzichenecchi e un orientale a cavallo – suggerisce la possibilità che quest’ultima sia stata usata da modello.
Fratta de Tomas F., Soffitti lignei in Friuli fra Medioevo e Rinascimento, Cinisello Balsamo (MI) 2019