Vedute del Carso nelle raccolte dell’Ateneo di Trieste

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Vedute del Carso nelle raccolte dell’Ateneo di Trieste

Il Carso, con i suoi paesaggi aspri e suggestivi, ha ispirato numerosi artisti triestini, diventando un tema ricorrente nella pittura locale. Le sue rocce, la vegetazione e i contrasti di luce offrono una scenografia naturale unica, che gli artisti hanno interpretato attraverso diverse correnti e stili, dal realismo al post-impressionismo.

Il Carso descritto da Enrico De Cillia in Carso e Timavo è un paesaggio scarno e inquietante, con le anse tenebrose e abissali del fiume contrapposte alle colline brulle. L'unico indizio della presenza umana è una costruzione geometrica sulla sinistra, evidenziata da una nota di rosso.

Invece, il Carso nei suoi colori autunnali è un tema ricorrente nella produzione di Ugo Flumiani. Un esempio emblematico è il paesaggio carsico con mucche al pascolo, con il Monte Nanos sullo sfondo e grosse nubi nel cielo, che cattura l'essenza di questo territorio.

Pietro Grassi, attivo a partire dagli anni Cinquanta, segue un percorso artistico personale, lontano dalle luci della ribalta. La sua veduta dell'altipiano carsico è immersa in una densa foschia, sospesa in un’atmosfera incantata, interrotta solo da brevi squarci di luce.

Mario Lannes realizza due dipinti caratterizzati da un'atmosfera di silenziosa sospensione, esprimendo il desiderio di fotografare l'avvicendarsi delle stagioni e la pace di un luogo dove la presenza umana è appena suggerita dai manufatti che lo costellano.

Vincenzo Zossi, infine, è autore di un piccolo dipinto che ritrae un paesaggio carsico autunnale. I colori sono resi con una pennellata corposa e dettagliata, quasi impressionistica, che cattura la bellezza e la quiete del Carso.