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Parti di muri di contenimento formati da pezzi di tegulae misti a imbrices. Erano stati costruiti sul fondo ghiaioso fluviale sopra una palafitta di pali squadrati larghi cm 20, posti alla distanza di cm 86; la testa dei pali era coperta di laterizi sottili; sopra fu steso uno strato di calce e ghiaia. I primi corsi erano di imbrices, poi di tegulae; sulla parte bassa esterna del muro furono fissati laterizi con chiodi di ferro.Il muro risultava largo cm 60. Questi muri di laterizi romani possono essere stati riutilizzati anche in età posteriore, asportati dalla loro collocazione originaria. Potevano essere anche stati usati come sponde del corso d'acqua secondo un'analogia che si riscontra in muri trovati nella controsponda del porto di Aquileia.
Il di Ragogna ipotizzava fossero i resti del complesso portuale dell'antico Cellina, rovinato da uno scoscendimento alluvionale nell'anno 589.
Torre Pordenone, Torre di Pordenone. Quaderni del Centro regionale di catalogazione dei Beni culturali. 3, Villa Manin di Passariano - Udine 1976
di Ragogna G., Recuperati 14 metri di muro nella bassura del Noncello, in Messaggero Veneto, 1957/09/12
Brusin G.B., Gli scavi di Aquileia. Un quadriennio di attività dell'Associazione Nazionale per Aquileia (1929-1932), Udine 1934
di Ragogna G., Le origini di Cordenòns, Pordenone 1963
di Ragogna G., Venuti alla luce resti romani delle banchine del porto fluviale, in Il Gazzettino, 1957/09/28
di Ragogna G., Importante scoperta archeologica nelle acque del Noncellolo, in Il Gazzettino Sera, 1957/09/27