fibbia con anello ovale a sezione pseudocircolare e ardiglione a sezione semicircolare con base trapezoidale ed estremità a uncino. Il lato dell'anello dove si articola l'ardiglione è costituito da una sbarretta cilindrica. La fibbia è l’unico arredo trovato all’interno della sepoltura, era disposta tra il braccio destro e le costole dell’inumato.
La fibbia apparteneva a una cintura semplice dell'abito dell'inumato. Tali cinture erano caratteristiche del costume sia maschile sia femminile. La fibbia è di una forma in uso in ambiente germanico nella prima metà del IV secolo. Come termini di confronto, vi sono esemplari provenienti dall'ambito merovingio, alamanno e longobardo in Pannonia. La forma è attestata inoltre fra il materiale ostrogoto rinvenuto in Italia a Tortona, a Voltago e a Testona. Come paralleli del periodo longobardo italiano si ricordano fibbie simili provenienti da Reggio Emilia, da Invillino e infine l'esemplare rinvenuto nella tomba n. 12 della necropoli di S. Giovanni a Cividale, considerata come una delle più antiche inumazioni longobarde in Italia. Tutti i confronti citati portano a ricondurre la fibbia in esame al periodo della migrazione e a proporre per il seppellimento una datazione poco posteriore al 568 d.C.. Di conseguenza la tomba 17 si può considerare come quella più antica fra quelle finora note della necropoli.
Necropoli S. Stefano, La necropoli di S. Stefano «in Pertica», Campagne di scavo 1987-1988, Città di Castello 1990