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fronte:
Stele a edicola pseudo-architettonica (variante con zoccolo:“Sockel-Ädikulastele” dello Pflug) con timpano libero affiancato da due acroteri a palmetta. Il timpano, privo di sostegni architettonici, è corniciato da una gola rovescia, un cavetto e un listello liscio; all’apice c’è una base piana per l’acroterio centrale (mancante), lavorato a parte. La nicchia presenta lesene prive di base, con fusto decorato a rilievo vegetale corniciato da un sottile listello, capitello “a sofà”, che sorregge un doppio arco pensile al centro, con ghiera liscia corniciata nel profilo esterno da una modanatura (gola rovescia e listello). Sotto la nicchia c’è una tabella rettangolare incassata, corniciata su tre lati (gola rovescia e listello). La parte inferiore della fronte ospita lo specchio epigrafico non corniciato. Fronte polita (sommariamente nello specchio epigrafico), fianchi gradinati, faccia superiore martellinata, retro solo sbozzato. Nel timpano è campita una rosetta a sei petali linguiformi
rr. 1-2: i cognomi Optata e Statia sembrano scritti sotto ciascuna figura a mo’ di didascalia; r. 4: il Lettich propone Nam[mus]; r. 5: in alternativa si può leggere Map̣[---]. Per un’altra stele aquileiese con doppio arco a tutto sesto, cfr. RA 19011. La parte inferiore dell’iscrizione, non corniciata, è stata forse aggiunta in un secondo momento (lettere e interpunzioni differenti). Per un’altra stele con doppio arco a tutto sesto, cfr. RA 19011. La doppia arcata pensile è confrontabile con altre stele ad edicola pseudo-architettonica: cfr. Pflug cit. in Bibliografia, n. 7 tav. 2,1 (Ravenna), n. 39 tav. 8,2 (Bologna), n. 63 tav. 16,4 (Piacenza). È senza confronti, invece, il frontone privo di sostegno architettonico, particolare derivato dalle stele ellenistiche con arco (cfr. Pflug cit., p. 40). L’offerta della melagrana e dei fiori di papavero è rivolta alle divinità dell’oltretomba. Lo stile realistico e netto dei ritratti, i costumi e le acconciature giulio-claudie suggeriscono la datazione proposta. Per l’acconciatura di Statia cfr. la stele RA 16346 (Scrinari 1972, n. 329).
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