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corpo: ... [wSb]ty ipn iry ip.tw Wsir Dd-|-Hr mAa xrw ms n rnp.t-nfr.t r ir.t kA.t | nb.t ... is [Hwi] sDb.w ... | ... mk ... | ...r smHyt ... | ... | ... | ... ("... questo ushabti, se verrà contato l'Osiride Ged-|-hor, giustificato, generato da Renepet-Nefret, per fare i lavori | tutti ... ecco, ha superato le difficoltà ... | ... ecco ... | ... per irrigare ... | ... | ... | ...")
sul pilastro dorsale: Wsir Hm-nTr fAj Nb-iry [mAa xrw] ("L'Osiride, il profeta che presenta ... Neb-iry, [giustificato]")
Statuina funeraria mummiforme che indossa una parrucca tripartita con fermagli e la barba divina intrecciata. Le mani sono incrociate sul petto ed affiancate, la destra sulla sinistra, e portano ciascuna una zappa. Dalla spalla sinistra pende una sacca. Il pilastro dorsale è presente e forma un tutt’uno con la piccola base. L’iscrizione, poco leggibile, riporta il capitolo 6 del Libro dei Morti e corre lungo 8 righe sul corpo dell’ushabti, dalle quali è possibile comunque trarre il nome del defunto, Ged-her, e quello della madre, Renepet-Nefret. Sul pilastro dorsale compare un’ulteriore colonna, i cui segni sono stati incisi dopo la cottura della faïence; l’unica spiegazione ragionevole per la presenza di due nomi è, pertanto, che quello sul pilastro dorsale sia il risultato di un’antica appropriazione indebita.
Taylor J. H., Death and the Afterlife in Ancient Egypt, Londra 2001
Stewart H. M., Egyptian Shabtis, Princes Risborough 1995
Speelers L., Les figurines funéraires égyptiennes, Bruxelles 1923