Tagliaferri dà notizia del rinvenimento di un’urna cineraria in pietra; da A. Furlan si viene a conoscenza del recupero di un’ansa di lucerna bronzea. Secondo i dati forniti da A. Candussio sono state recuperate, su un’area piuttosto estesa, alcune monete, una sessantina di fibule, e una piastrina decorata con la raffigurazione del dio Pan che suona la siringa. Durante la ricognizione del 1993 si osservò la presenza di numerose schegge di pietra da costruzione di buona qualità (pietra d’Istria o di Aurisina?), alcune delle quali ancora recanti tracce di decorazione architettonica. Ancora nel febbraio 2000 è stato possibile osservare la presenza di diversi frammenti di laterizi e pietra, nonché qualche frammento ceramico.
Il rinvenimento di molte fibule potrebbe indurre ad interpretare il sito come sede di una necropoli; l’idea che ad essa, in un momento non precisabile, sia stato annesso un luogo di culto, come suggerito da alcuni autori sulla base della presenza di pietra da costruzione e della lastrina col dio Pan, va considerata con cautela, in mancanza di elementi più consistenti.
Gomezel C./ Tiussi C., La carta archeologica del Comune di Bagnaria Arsa e l'assetto territoriale in epoca antica, in Bagnaria Arsa. Viaggio tra archeologia, storia e arte, Bagnaria Arsa (UD) 2000
Buora M., Sevegliano ed il territorio circostante in epoca romana., in Aquileia Nostra, Roma 1985, LVI
Tagliaferri A., Coloni e legionari romani nel Friuli celtico. Una ricerca archeologica per la storia, Pordenone 1986, 3