STRUTTURE PER IL CULTO, età comunale, sec. XIV d.C.

Oggetto
STRUTTURE PER IL CULTO - edificio di culto
Denominazione
basilica di San Silvestro papa
Localizzazione
Trieste (TS) Centro Antico
Cronologia
sec. XIV d.C.
Ambito Culturale
età comunale
Indagini di scavo
Soprintendenza Archeologica del F.V.G. - 1957-1958
Codice scheda
SI_260

La basilica di S. Silvestro è un semplice edificio a pianta quadrangolare, con presbiterio rialzato, suddiviso in tre navate da due file di colonne con arcate sovrastanti. Lungo il lato destro è realizzato un campanile quadrato impostato su colonne e archi.

Sulle murature attualmente visibili è possibile individuare gli interventi di restauro, isolando comunque anche alcuni elementi utili alla ricostruzione della storia dell’edificio sacro. Nella parete di facciata si notano le tamponature delle quattro finestre termali ottocentesche, di due finestrelle rettangolari alte e di altre due aperture vicine ad esse. Come si ricava dai rilievi eseguiti nel 1927 (SM.TS-AC: 3, Mon. 9. S. Silvestro, autore: A. Riccoboni. Ex CLI/673), prima dei restauri il rosone e la finestrella al di sopra di esso erano già presenti; la finestrella è stata inserita in rottura della muratura mentre il rosone sembrerebbe in fase con l’edificazione del perimetrale. La nuova porta ha sostituito un’analoga apertura ottocentesca ed è affiancata su entrambi i lati da quella che nelle corrispondenze veniva chiamata trifora, della quale rimangono scarsi elementi di cornice apparentemente goticheggianti. La muratura originaria è realizzata in conci e boe di arenaria, di dimensioni variabili, disposte su filari sub-orizzontali. Occasionalmente si nota l'inserimento di elementi in calcare e laterizio. Il lato destro della facciata è impostato su due murature successive che potrebbero essere riconducibili alle fondazioni ma che hanno andamento leggermente divergente rispetto all’orientamento del perimetrale. Sono visibili poiché in seguito ai restauri è stato abbassato il piano stradale dell’androna dei Grigioni. L’analisi del lato Nord, anche sulla base del confronto con i rilievi della situazione precedente il restauro (SM.TS-AC: 3, Mon. 9. S. Silvestro, autore: A. Riccoboni. Ex CLI/672), ha permesso di ricostruire la posizione delle due finestre quadrangolari ottocentesche e di confermare che la monofora gotica è stata realizzata in fase con la costruzione del perimetrale. Il portale ed il soprastante arco in calcare sono stati inseriti in rottura della muratura preesistente, caratterizzata dall’impiego di bozze in arenaria disposte a corsi sub-orizzontali. Il campanile è dunque successivo al perimetrale e in effetti appare distinto da una diversa tecnica costruttiva, con conci riquadrati disposti su filari orizzontali, per non parlare degli orizzontamenti in calcare con funzione decorativa. La finestrella che si apre al di sopra del secondo orizzontale in calcare è stata inserita in fase con la costruzione del campanile, come anche le altre due, analoghe, inserite su lati Ovest e Est (visibili nei rilievi dello stato ottocentesco), mentre tutta la porzione superiore, quella realizzata attorno alla bifora riscoperta -ma della quale non rimangono elementi strutturali evidenti- è frutto dei restauri degli anni Venti e Trenta. L’assetto ottocentesco prevedeva un’apertura singola su ogni lato della cella campanaria. L’innalzamento del piano stradale di via S. Maria Maggiore, oltre a togliere slancio a questo lato della chiesa di S. Silvestro, ancor più soffocata dall’imponente mole dell’adiacente S. Maria Maggiore, ha celato l’eventuale esistenza di fasi precedenti alla fabbrica conservata in alzato che, almeno stando alla tipologia della monofora sul prospetto a destra del campanile, può essere ascritta alla seconda metà del XIV secolo. A queste fasi fanno riferimento Ferdinando Forlati e Ludovico Croatto che ritenevano che il lato Nord di S. Silvestro fosse impostato su di un muro della larghezza di m. 1,70 interpretato come un tratto delle mura urbiche tardoromane; in questa prospettiva lo stesso campanile sarebbe il risultato della trasformazione di una torre militare (FORLATI 1929; CROATTO 1936). Nell’interpretazione dei due studiosi la primitiva chiesa sarebbe stata edificata all’esterno delle mura e ad essa sarebbe da riferire il lato Sud dell’attuale edificio. Purtroppo questo è attualmente intonacato e non è dunque possibile fornire nuovi elementi a sostegno di questa interpretazione. Altre componenti architettoniche provenienti dalla prima chiesa sarebbero le finestrelle con decorazioni ad intreccio che si trovano ai lati del campanile e sopra il rosone del lato Ovest. Sempre secondo il Forlati e il Croatto il lato Nord della fabbrica religiosa sarebbe stato demolito per consentire un ampliamento sfruttando la base fondazionale delle mura urbiche. Le successive indagini condotte dalla Soprintendente Gabriella Pross Gabrielli dall'inverno del '57 al novembre del '58, nell’area della chiesa e finalizzate alla realizzazione della scalinata delle Medaglie d’Oro hanno portato all’individuazione di numerose fabbriche antiche tra le quali un muro romano a corsi regolari di pietra, di uno spessore che andava dai 15 ai 20 cm, lungo il quale si poteva notare la traccia di una porta tamponata. Forse, la porzione di una fabbrica preesistente è visibile lungo il lato che chiude l’area absidale della chiesa. In questo settore che non è stato condizionato da salti di quota del piano stradale, è in effetti possibile notare un’apparente cesura a sviluppo pseudo-orizzontale in corrispondenza del quarto inferiore del prospetto. La tecnica di costruzione rilevabile al disopra e al di sotto della cesura è simile, analoga a quella riscontrata nel lato Nord. Tuttavia, anche se non si tratta di una discriminate così forte da permettere di sostenere con sicurezza l’esistenza di due distinte fasi costruttive, dopo un’attenta analisi si può comunque affermare che nella porzione inferiore le bozze risultano tendenzialmente rifinite sulla faccia a vista mentre in quella superiore prevale decisamente il pietrame spaccato, sempre arenaria. Al di sopra della possibile cesura si notano le tamponature conseguenti alla chiusura delle due finestre termali ottocentesche, visibili nei rilievi pre-restauro(SM.TS-AC: 3, Mon. 9. S. Silvestro, autore: A. Riccoboni. Ex CLI/676 ), con la parallela riapertura delle due finestre rettangolari originarie. Sopra la linea del cornicione asportato dai restauratori si nota la tamponatura della finestra termale alta, sostituita da un occhio circolare con cornice in laterizio. Le porzioni superiori di muratura, con conci in arenaria disposti su filari orizzontali, sono un un ulteriore intervento di sopraelevazione o, più probabilmente, un rifacimento connesso alla sostituzione dei sistemi di copertura. Le fasi costruttive iniziali isolate nella sequenza stratigrafica delle murature potrebbero essere riconducibili ad epoche precedenti il XIV sec.

BIBLIOGRAFIA

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Croatto L., La basilica di San Silvestro, in Archeografo Triestino, 1936, s. 3, n. 21

Forlati F., Trieste. La chiesa di S. Silvestro, in Bollettino d’Arte del Ministero della Pubblica Istruzione, 1929