Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
Piere d’Isela è una sorta di isolotto, posto di fronte ai "Casoni delle Are" e ad ovest dello sbocco dell'Aussa-Corno, che emerge dall’acqua solo in occasione delle basse maree; risulta caratterizzato da un grande accumulo di materiale fittile (anfore, coppi, tegole), frammisto a valve di ostriche e di altri molluschi e ricoperto da melma. Negli anni Ottanta il Gruppo Archeo-sub portò alla luce nel sito un ambiente con pavimento a mosaico in tessere bianche e con muri costruiti in tegole di grandi dimensioni. La struttura è stata recentemente rintracciata, sotto uno spesso strato di conchiglie e melma, dai ricercatori del progetto “Storie dal mare”, che hanno eseguito un sondaggio, riportandola in evidenza. Si tratta di un vano quadrato con lato di 3 m, delimitato da muri realizzati con tegole, sia frammentarie che integre, spessi circa 45 cm e conservati per un’altezza di circa 30 cm. All’interno rimangono i lacerti perimetrali di un mosaico tessellato bianco, posto a 0,50 - 1 m sotto il livello del mare. La muratura è rivestita sul lato interno da calcestruzzo grossolano costituito da malta grigiastra idraulica. In corrispondenza della lacuna del mosaico sono stati recuperati frammenti di anfore medio-adriatiche e anforette nord-italiche, nonchè frammenti di terra sigillata africana C.
Il rivestimento in malta idraulica che ricopre i muri del vano pavimentato a mosaico sul lato interno fa ipotizzare un utilizzo della struttura come vasca o cisterna. È del tutto verosimile che tale struttura facesse in origine parte di un complesso più esteso e articolato, di cui non è stato per ora possibile rintracciare altri ambienti a causa del cumulo di ostriche che caratterizza l’area. La destinazione funzionale dell’edificio era presumibilmente abitativa, ma non è escluso che vi fosse anche un settore artigianale. Il materiale ceramico (vasellame da mensa e da cucina, anfore) recuperato nel sito, oltre a una moneta di Commodo e a coppe e bottiglie in vetro, consente di collocare l’impianto del complesso nell’ambito del I secolo d.C. e indica una continuità di frequentazione dell'area almeno fino al V sec. d.C.
Alle porte, Alle porte del mare. Paesaggi d'acqua e di storia nella Laguna di Marano, Trieste 2013
Auriemma R./ Maggi P., L'archeologia sommersa. Vecchie e nuove scoperte nella Laguna di Marano, in La Bassa, 2012, XXXIV, n. 65
Corso M.T., Reperti archeologici in laguna. Relazione presentata al convegno dei gruppi archeologici friulani tenuotsi a Udine nei giorni 15-16 dicembre 1984 presso l'Università di Udine, in La voce della Laguna, 1985, aprile 1985