Il ritrovamento è stato finora oggetto di pubblicazioni non esaustive; le notizie fornite in Brozzi M., Stanziamenti paleoslavi del IX-X sec. in Friuli, in Ce fastu?, 39, 1963, pp. 63-71 e riprese in Cividini T., La necropoli paleo slava di Turrida, in Presenze romane nel territorio del medio Friuli, 1. Sedegliano, Udine 1997, pp. 137-142, vanno integrate con le notizie fornite dal materiale d'archivio, costituito dai carteggi intercorsi tra il conte Ruggero Della Torre, Direttore del Regio Museo Archeologico di Cividale, don Ettore Fanna, Parroco di Turrida, e il sign. Americo Fabris, personaggio altrimenti non menzionato, il quale all'epoca era il proprietario della porzione di terreno che, con passaggi ancora da verificare, venne adibita a sagrato della Chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo. Il primo dato che emerge è che oltre alle tombe attribuibili alla cultura di Koettlach, venne ritrovato anche un tesoretto di 262 monete tra venete (doge Enrico Dandolo), ungheresi, patriarcali, goriziane. Il secondo che vi fu una trattativa piuttosto serrata sul pagamento da dare in controparte al Fabris, il quale lo reputava troppo basso, specie in relazione ai materiali della necropoli. Le notizie che il Brozzi riferisce sono tratte dalla missiva inviata in data I febbraio del 1923 da don Fanna al Della Torre, in risposta a una lettera, non allegata, inviatagli da Cividale il 22 gennaio. Il parroco riferisce in punti scanditi che: «I Gli scheletri si trovano alla profondità di m. 0.60; II i piedi sono a Levante: III gli anelli e gli orecchini non si sa di che metallo sono confezionati, credo metallo misto; IV° non si trovò altro corredo funebre personale, solamente un ornamento al collo a forma di elica; V° oltre il pugnale vi hanno una punta di sciabola, una freccia, coltelli; VI° degli scheletri fin'ora estratti sono in N.° di 30 - Va notato un cranio intatto con tutti i suoi denti - Anche negli anni passati, quando si fecero le strade del paese si trovarono delle ossa umane. -». Colpisce il riferimento alla cosiddetta elica, il solo oggetto di corredo di cui venga dato il posizionamento: si tratta della fibula a forma di 8 o "a braccia uguali" ("eight-shaped" fibula, butterfly-shaped fibula, double-shapered fibula, two-armed fibula, zweiarmige Fibel), tipo Sagadin 2, databile al IX secolo d.C. Essa risulterebbe dunque chiudere sulla parte alta del petto un indumento, a segno che si trattava di deposizioni habillés. La presenza di un cimitero koetlacchiano a Turrida ha la sua importanza nella mappatura delle presenze, per la posizione del sito, specie in relazione alle teorie che postulano movimenti di piccoli gruppi alla ricerca di migliori condizioni territoriali per lo sfruttamento agricolo, con dislocazione degli insediamenti lungo il corso di fiumi (Cagnana A., Archaeological evidence of Slavic settlement in the territory of Aquileia (10th-11th century A.D., in Przez granice czasu : Księga jubileuszowa poświęcona Profesorowi Jerzemu Gąssowskiemu, Acta Archaeologica Pultuskiensia, 1, Pultusk 2008, pp. 461-471, con bibl. rel.) Il sito funerario sarebbe poi indicativo della presenza di un edificio cultuale coevo, sulla scorta di quanto emerso dal sito della Centa di Joannis.
sito sepolcrale di una comunità medio-piccola di persone culturalmente riferibili all'ambito culturale koettlacchiano, segno della presenza nell'area di un insediamento deputato prevalentemente allo sfruttamento agricolo
Cividini T., Presenze romane nel territorio del medio Friuli. 1. Sedegliano, Tavagnacco (UD) 1997
Brozzi M., Stanziamenti paleoslavi del IX-X sec. in Friuli, in Ce fastu?, Udine 1963, 39