Severini Gino, XX

L'opera fa parte di un nucleo di dipinti, disegni e stampe che furono di proprietà dell'ingegner Roberto Ruini ed entrarono nelle raccolte civiche con il nome di Collezione Ruini-Zacchi. Gli eredi dell'ingegner Ruini donarono tale collezione all'associazione "La Nostra Famiglia" dalla quale il Comune di Pordenone con un contributo della Regione la acquistò attraverso un iter iniziato nel 2000 e concluso nel 2002. Le opere della collezione, già in comodato presso il museo, vennero presentate al pubblico nel 1999 con una mostra a Pordenone. La data post quem d'esecuzione dell'opera è rappresentata dagli affreschi - commissionati dai coniugi Sitwell - realizzati da Severini al Castello di Montegufoni nel 1922. La maschera sulla sinistra riproduce infatti in controparte una delle tre maschere musicanti di Montegufoni, mentre i due arlecchini sulla destra ripropongono, con varianti, i due pulcinella della stessa serie. Le "Maschere" Ruini disattendono tuttavia le regole di composizione basate sulla proporzione aurea cui Severini si era attenuto negli affreschi di Montefugoni. A una datazione più tarda rispetto a quella degli affreschi fa pensare inoltre la somiglianza fra la chitarra suonata dalla seconda figura da sinistra e quella imbracciata da una delle figure nel Concert, quarta delle immagini a tempera a pochoir che costituiscono la serie Fleurs et masques, edita a Londra nel 1930 in 125 esemplari. A tale serie la litografia Ruini si avvicina anche nello stile della stesura dei colori (cfr. Massimo De Sabbata, La collezione Ruini, 2003, p. 46).