De Col Pellegrino, XVIII

Oggetto
stampa
Soggetto
paesaggio lacustre con figure
Autore
De Col Pellegrino (1737/ 1812) - incisore
Vernet Claude Joseph (1714/ 1789) - inventore
Editore
Cavalli Nicolò
Cronologia
1750 - 1799
Materia e tecnica
bulino
Misure foglio
altezza 330, larghezza 426
Codice scheda
S_336
Collocazione
San Giovanni al Natisone (UD)
Villa de Brandis
Museo pinacoteca comunale di Villa de Brandis
Iscrizioni

E possibile che il primo apprendistato di Pellegrino De Col sia avvenuto presso i Remondini, anche se il suo nome appare nei cataloghi della ditta piuttosto tardi, a partire dal 1784. Dal 1778 comunque è documentata la suaattività a Venezia per Joseph Wagner e subito dopo per Nicolò Cavalli, per il quale inciderà la maggior parte delle sue stampe, di solito opere ditraduzione (TALAMO 1987, pp. 561-562), impegnandosi nel contempo nel campodell'illustrazione libraria. La quasi esclusiva e intensa opera di traduzione ha certamente influito sul giudizio negativo dei critici che a partire da Moschini hanno ricordato la sua presenza alla scuola di Wagner assieme all'altro incisore Giovanni Maria Dal Pian, "senza che però ne cavasseroalcuna norma", e soprattutto il gran numero di "opere che condusse a bulino, e che verun nome non gli fecero, né gli potevano fare" (MOSCHINI 1835ca, pp.140-141).L'incisione raffigura il Mattino e deriva da una serie diquattro paesaggi, dedicati alle quattro parti del giorno, commissionati aVernet nel 1764. Noti attraverso riproduzioni a stampa incise da Louis Jacques Cathelin (1738 - 1804) i quattro paesaggi furono incisi a Venezia, sempre per Nicolò Cavalli, anche da Francesco Pedro, in una versione rovesciata rispetto a quella di De Col (SUCCI 1983, p. 273, n. 335).Nonostante le accurate indagini e catalogazioni dell'opera di Pellegrino De Col effettuate da Luigi e Alberto Alpago-Novello (ALPAGO-NOVELLO 1939-40, pp. 627-644; ALPAGO-NOVELLO 1968, pp. 66-67) che descrivono nel complesso centoquarantasei sue incisioni, la stampa della raccolta de Brandis non appare tra quelle segnalate dagli studiosi bellunesi.