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in basso al centro: A. Locatelli d'Alvisopoli incise.
Antonio Locatelli era figlio di Alessandro, un perito agrimensore alle dipendenze di Alvise Mocenigo. Il nobile veneziano era in contatto con diversi artisti, tra i quali gli incisori Raffaello Morghen e Giuseppe Longhi. Intenzionato ad aprire una tipografia ad Alvisopoli ed accortosi della predisposizione di Antonio per l'arte incisoria, lo inviò nel 1804 a Firenze presso Morghen e poi a Milano. Qui la sua arte si raffina e nel 1808 riceveil premio di seconda classe all'Accademia di Brera, iniziando una lunga carriera di ritrattista.Il culto tributato agli uomini illustri dall'arteneoclassica aveva fatto raggiungere al ritratto, un genere sempre praticato e mai abbandonato dagli incisori, un nuovo e notevole successo. Serie di ritratti vengono così pubblicati tra il 1812 e il 1827 soprattutto dall'editore veneto Nicolò Bettoni a Padova e a Milano avvalendosi dei miglioriincisori del tempo, da Giuseppe Longhi a Francesco Bartolozzi, da Francesco Rosaspina a Raffaello Morghen, da Galgano Cipriani a Antonio Locatelli.A queste edizioni ne seguirono numerose altre, tra le quali l'Iconografiaitaliana di Antonio Locatelli pubblicata a Milano nel 1837 (cfr. MAZZOCCA1981, pp. 376-381).