Sivalli Luigi, XIX

Oggetto
stampa
Soggetto
ritratto di gruppo: Vittoria della Rovere e Cosimo III bambino
Autore
Sivalli Luigi (1811/ 1887) - incisore
Susterman Justus (1597/ 1681) - inventore
Metalli Lorenzo (1809/ 1859) - disegnatore
Editore
Fontana Alessandro
Cronologia
1846
Materia e tecnica
bulino
Misure impressione
mm - altezza 360, larghezza 210
Misure foglio
mm - altezza 532, larghezza 350
Codice scheda
S_482
Collocazione
San Giovanni al Natisone (UD)
Villa de Brandis
Museo pinacoteca comunale di Villa de Brandis
Iscrizioni

Nella prima metà dell'Ottocento vengono pubblicati numerosi volumi di documentazione iconografica dei grandi musei italiani: del Vaticano (1829-1838), di Bologna (1830), di Napoli (1824-1857), di Milano (1812-1833). Anchea Torino un'iniziativa simile venne intrapresa dall'allora direttore dellaPinacoteca Reale, Roberto d'Azeglio, che si impegnò affinché tutti i quadri più importanti della raccolta venissero tradotti in incisioni (cfr. SPALLETTI 1979, p. 429). L'opera, che doveva servire a illustrare i più prestigiosi dipinti presenti nella pinacoteca aperta al pubblico nelle sale diPalazzo Madama il 2 ottobre 1832, iniziò a essere pubblicata nel 1836 conil titolo La Reale Galleria di Torino illustrata da Roberto d'Azeglio direttore della medesima: il primo volume fu stampato nella tipografia Chirioe Mina e si proseguì con altri tre volumi nel 1838, 1841 e 1846 con date che però non rispecchiano i reali tempi di edizione e con gli ultimi due volumi che recano il nome della tipografia di Alessandro Fontana, aggiudicatasi la prosecuzione della stampa quando l'edizione dell'opera passò dallasocietà privata che aveva iniziato la pubblicazione direttamente alla "Azienda della Real Casa" (cfr. LEVI MOMIGLIANO 1980, pp. 392-394). Per la realizzazione delle incisioni Roberto d'Azeglio si servì di incisori di tuttela migliori scuole d'allora, Anderloni, Bisi, Iesi, Lasinio figlio, F. Rosaspina. La scuola di Parma era rappresentata dal suo maestro Paolo Toschie da alcuni suoi allievi come Luigi Sivalli. Alcuni disegnatori che dovevano fornire le riproduzioni dei dipinti agli incisori vennero scelti nell'ambiente torinese: tra questi il maggior lavoro di traduzione fu svolto daLorenzo Metalli che eseguì anche il disegno per la stampa conservata nella raccolta de Brandis. Essa venne pubblicata come centoquarantasettesima tavola del quarto volume e riproduce un quadro di Justus Suttermans, famosoritrattista alla corte medicea tra 1620 e 1681, chiamato periodicamente presso altre corti a ritrarne i componenti, e raffigura, come c'informa Roberto d'Azeglio, Vittoria della Rovere granduchessa di Toscana e suo figlioCosimo III (D'AZEGLIO 1863, pp. 334-343). Il pittore lavorò saltuariamente, tra le altre città, anche a Mantova, Vienna, Roma, Parma, Piacenza, Milano, Modena e Genova e eseguì diverse volte il ritratto di Vittoria della Rovere da sola (Firenze, Pitti e Uffizi) o con suo figlio (oltre che a Torino, varianti a Lucca e San Pietroburgo).Il timbro a secco sulla stampa è quello dell'importante libraio torinese Basadonna, che tra l'altro assieme agli Antonelli di Venezia e ai Trentin di Treviso aveva acquisito parte dei libri della ditta Remondini quando questa fallì nel 1861.