Canossa Giovanni Battista, XVIII

Oggetto
stampa di invenzione
Soggetto
Cristo accusato dai farisei
Autore
Canossa Giovanni Battista (notizie dal 1706/ 1747) - incisore
Editore
Barelli Pietro
Cronologia
1706
Materia e tecnica
carta/ xilografia
Misure impressione
altezza 370, larghezza 261
Misure foglio
mm - altezza 413, larghezza 283
Codice scheda
S_738
Collocazione
Trieste (TS)
Biblioteca civica Attilio Hortis
Iscrizioni

in alto: [SENTENZA CONTRA GIESU CHRISTO] SALVATOR NOSTRO

in calce: [CIRCUMVENIAMUS IUSTUM QUONIAM INUTILIS EST NOBIS ET CONTRARIUS EST PERIBUS NOSTRIS. ET IMPROPERAT N]OBIS PECATA LEGIS. ET DIFFAMAT IN NOS PECATA DI SCIPLINAE NOSTRAE/(CONTUMELIA ETORMENTO (sic) INTEROGEMUS EUM UT SCIAMUSR EVERNTIAMEIUS (sic) ET PROBEMUS PATIENTIAM ILLIUS, MORTE TURPISSIMA CONDEM NEMUS EU (sic)) ERITENIM EI RESPECTUS EX SERMONIBUS ILLIUS. SAPIENT. CAP. II.

sopra il baldacchino: PILATO/GIUDICE

in basso: RABAM FARISEO SIMONE LEPROSO

nei cartigli: ROSMOPHEM SUBAT POTIPHARO FARISEO ACHIAS

in basso a destra: GIO:/Canos./F. 1706

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Questa silografia costituisce la parte destra di una composizione in tre legni (I LEGNI INCISI 1988), raffigurante il Giudizio davanti a Pilato e appartenente al Fondo Barelli di Modena, firmata e datata 1706 da Giovanni Battista Canossa, silografo e incisore in rame attivo a Bologna dove morì nel 1747 (KÖHN 1997, p. 172). La stampa in esame è perciò incompleta, mancando le parti centrale e sinistra della scena, mentre al Gabinetto dei disegni e delle stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna è conservata una tiratura settecentesca completa. L'incisione del Canossa è stata studiata in modo esaustivo dalla Goldoni ( 1986), al cui scritto si rimanda per ogni approfondimento, trattando qui solo gli aspetti principali della complessa questione iconografica. Il soggetto illustrato è quello del processo di Gesù che, come tramandano i Vangeli (Giovanni 18, 1-40; Luca 23,8-12), fu portato davanti ad Anna, suocero del sommo sacerdote, al sommo sacerdote Caifa, a Pilato ed a Erode. La stampa raffigura Gesù sia davanti a Caifa che a Pilato, e perciò è estremamente singolare sotto il profilo iconografico. La Goldoni, basandosi sugli studi di Rudolf Berliner (Das Urteil des Pilatus in "Die christliche Kunst" , 30, 1933-34), ha rilevato come la silografia non segua né il racconto canonico della Passione descritto dai Vangeli, né la versione che ne dà il V angelo apocrifo di Nicodemo, ma si basa invece sulla ricostruzione storica del processo di Gesù, iniziata nel Cinquecento. Si incominciò col rendere noto il ritrovamento a Vienne, luogo dove si diceva Pilato fosse stato mandato in esilio per volere di Tiberio, del testo della condanna di Gesù emanata da Pilato in sinagoga, inciso su una lastra di pietra. Alla notizia si diede ampio credito e, intorno al 1580, se ne diffuse un'altra ancor più stupefacente: a l'Aquila era stato scoperto il testo della sentenza di Pilato, e in Italia e in Francia furono pubblicate diverse edizioni di quel le che vennero considerate le traduzioni in lingua italiana e francese del testo originale ebraico, in realtà mai esistito. Nello scritto venivano citati i nomi di coloro che furono presenti al fatto e cioè alcuni rabbini, esponenti dei farisei, rappresentanti dei consoli e degli ufficiali del pubblico magistrato e del sommo sacerdote, e due notai. In seguito alcuni fogli volanti editi in Germania aggiunsero al testo della sentenza un elemento ulteriore, il verbale della votazione di Caifa e dei membri del sinedrio che, dopo la resurrezione di Lazzaro, si riunirono e decisero la morte di Gesù (Giovanni 11, 45-52). In tal modo i due avvenimenti furono legati assieme, e una delle prime opere in cui Cristo è raffigurato davanti sia a Pilato che a Caifa è un dipinto di Marten de Vos (Anversa 1532-1603), con servato al Landesmuseum di Braunschweig. L'artista fiammingo è anche autore di un rame inciso da Adriaen Collaert ( 1560-1618), nel quale l'immagine di Cristo davanti a Pilato e Caifa è acco mpagnata dal titolo "IVDICIVM SANGVINARIVM IVDAERVM CONTRA CHRISTVM SALVAT ORVM (sic) MVNDI", che sposta l'attenzione sul giudizio sanguinario dei giudei, piuttosto che sulla sentenza di Pilato. Come afferma la Goldoni, nel Seicento è Padre Donato Calvi che si occupa d ell'avvenimento nel suo PROPINOMIO EVANGELICO / OVERO / EVANGELICHE RESOLV TIONI / NELLE QUALI CON IL FONDAMENTO / delle Divine Scritture, SantiPadr i, Sagri Espositori, & Isto-/rici chiaramente si mostra, chi fossero alcun i personaggi, / & altre celebri, delle quali nei Sagri Van-/geli si fà menzione, senza espressione del / nome ò qualità loro, edito per la prima volta nel 1674. Il Calvi cita -tra le fonti autorevoli consultate per la ricostruzione storica della sentenza di Pilato- una stampa dell'"Ingiusto giudizio", e la descrive elencando tra i personaggi presenti all'evento anche Simone Leproso, Rabam, Achias, Subath, Rospmophim e Putifares,illustrati assieme a Pilato nella parte destra della silografia di Canossa. Da tutto ciò si evince quanto complessa sia la tradizione storica e iconografica su cui si basa questa stampa, e le parole che la accompagnano tratte dal libro della Sapienza pongono l'accento sull'opposizione tra il giusto che vive secondo le leggi divine e i suoi persecutori. Ne deriva che, come ha giustamente evidenziato la Goldoni, il vero soggetto dell'immagine è il giudizio sanguinario dei giudei contro Cristo, lasciando in disparte Pilato che compare come un semplice osservatore esterno. Giovanni Battista Canossa mostra una mano abile e sapiente nell'intaglio, caratterizzato da un tratto incisorio morbido, continuo e sottile, che è piuttosto differente da quello più duro e sintetico della Madonna Immacolata (vedi scheda n. 83006), falsificata da Barelli con l'aggiunta della firma dell'incisore.

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BIBLIOGRAFIA

I legni incisi, I legni incisi della Galleria Estense a Milano nel 50° anniversario della morte di Achille Bertarelli (1938-1988), Milano 1988

Goldoni M., Schede e sezioni, in I legni incisi della Galleria Estense. Quattro secoli di stampa nell'Italia settentrionale, Modena 1986

Saur K.G., Allgemeines Künstlerlexicon: die Bildenden Künstler aller Zeiten und Völker, München-Leipzig 1992-, I-

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