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in basso a sinistra: Io. Canossa fecit
La matrice fu probabilmente falsificata da Barelli, che aggiunse la firma "Jo. Canossa fecit", ispirandosi alla figura dell'incisore bolognese Giovanni Battista Canossa (Bologna ?-1747: KÖHN 1997, p. 172), autore del Cristo accusato dai Farisei (scheda S_738). Non è stata possibile una verifica diretta del legno m a, il divario qualitativo che intercorre tra la stampa del Canossa e questa Madonna del Carmelo che, anche se di buona fattura non raggiunge il livello del Cristo accusato dai Farisei, e la differente grafia delle due firme, non fanno che confermare l'ipotesi di una manipolazione della matrice da parte del negoziante milanese. Del resto già Bertarelli (1909, p. 69) aveva segnalato il nome del Canossa tra quelli usati da Barelli per le sue falsificazioni; e inoltre lo stile di questa firma, un corsivo tipografico a lettere staccate, è lo stesso della scritta "G. Cassionus f.", che compare nella Madonna dei sette dolori (scheda S_728) e che è un falso documentato del cartolaio milanese. L'immagine illustra la Madonna del Carmelo in piedi su una nuvoletta, con ai lati alcuni candelabri e vasi di fiori poggianti su un basso parapetto. Non è da escludere che la stampa raffiguri una statua su un altare, oppure un rilievo scultoreo in stucco, gesso, terracotta o cartapesta sul tipo di quelli prodotti dai plastificatori faentini Giuseppe Ballanti (Faenza 1 735-1824), silografo e incisore su rame oltre che scultore, e i suoi figli Francesco (Faenza 1772-1847) e Giovan Battista (Faenza 1762-1835) Ballanti Graziani (VITALI 1992, pp. 480-481). Infatti una costruzione compositiva simile a questa Madonna del Carmelo si riscontra in un'incisione a bulino del faentino V. Marabini, databile nel 1825 che, come è stato rilevato (SAVIOLI1988, p. 55, n. 36 ill.), si rifa' proprio al repertorio dei plastificatori Ballanti Graziani. La silografia in esame, permeata da una grazia rococò, dovrebbe risalire a l XVIII secolo, e mostra una buona tecnica nell'intaglio fine e sottile che delinea la figura della Vergine avvolta nel morbido manto, mentre il segno si fa più spesso e duro nella definizione delle nuvole e dei cherubini ai lati, tanto da far supporre l'intervento di una mano più scadente.
Saur K.G., Allgemeines Künstlerlexicon: die Bildenden Künstler aller Zeiten und Völker, München-Leipzig 1992-, I-
Saur K.G., Allgemeines Künstlerlexicon: die Bildenden Künstler aller Zeiten und Völker, München-Leipzig 1992-, I-
Savioli A., Incisori faentini di immagini mariane dei secoli XVI-XVIII in fogli sciolti da collezioni private, Faenza 1988