XVII

Oggetto
stampa di invenzione
Soggetto
Madonna con Bambino in trono, san Rocco, san Sebastiano e Trinità
Editore
Barelli Pietro
Cronologia
1600 - 1699
Materia e tecnica
carta/ xilografia
Misure impressione
altezza 505, larghezza 345
Misure foglio
mm - altezza 526, larghezza 345
Codice scheda
S_743
Collocazione
Trieste (TS)
Biblioteca civica Attilio Hortis
Iscrizioni

in alto: AUDI ISRAEL DOMINUS DEUS TUUS DEUS UNUS EST DEUT: CAP VII

entro il cerchio che racchiude Dio Padre: PROPIER SCELUS POPULI MEI PERCUSSI EUM ISA: CAP: LIII:

sopra il trono della Madonna: IN CAPITE EIUS CORONA STELLARUM DUODECIM APOC: CAP: XII:

sotto il trono: MULIER AMICTA SOLE ET LUNA SUB PEDIBUS EIUS APOC: CAP: XII

in basso entro cartiglio: V M/ORA PRO NOBIS

sulle basi delle colonne binate: G S

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La silografia Soliani (CATALOGO SOLIANI 1828, 1864) ha una struttura compositiva piuttosto complessa: tra le due ali di un tempio la Madonna col Bambino è seduta in trono, affiancata dai santi Sebastiano e Rocco, mentre in alto Dio Padre in una mandorla di luce, circondato da cherubini e angeli musicanti, presenta il Cristo crocifisso. Ognuna delle scritte che compaio no nella stampa ha una precisa relazione con uno dei personaggi raffigurati: quella in alto che recita "AVDI ISRAEL DOMINVS DEVS TVVS DEVS UNVSEST DEVT: CAP VII" si collega a Dio Padre, e riporta le parole del settimo capitolo del Deuteronomio (7, 9) "Riconoscete dunque il Signore vostro Dio è Dio...". In questo capitolo si afferma l'elezione di Israele a popolo eletto da parte del Signore, che suggella la propria scelta con l'alleanza. La scritta sottostante, relativa al Cristo in croce, "PROPIER SCELVS POPVLI MEI PERCVSSI EVM ISA: CAP: LIII:" recita un passo del libro di Isaia (53 , 8): "per l'iniquità del mio popolo fu percosso a morte". Il capitolo 53 del libro di Isaia è imperniato sull'annuncio della valenza salvifica del sacrificio di Cristo, morto per liberare l'umanità dai suoi peccati. Alla Madonna invece si riferiscono le due frasi tratte dall'Apocalisse "IN CAPITE EIVS CORONA STELLARVM DVODECIM APOC: CAP: XII:" e "MVLIER AMICTAS OLE ET LVNA SVB PEDIBVS EIVS APOC: CAP: XII:" (Apocalisse 12, 1). Il capitolo dodicesimo dell'Apocalisse tratta della visione della Donna che, vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e una corona di dodici stelle in capo, rappresenta Maria, la nuova Eva, madre del Messia. Sebastiano e Rocco sono considerati i santi protettori per eccellenza contro la peste, e spesso sono raffigurati assieme e, come in questo caso, ai lati della Vergine. Ma forse qui la loro presenza non è dovuta alla fama di taumaturghi, ma al fatto che le loro sofferenze, il martirio per Sebastiano e la peste per Rocco, simboleggiano i dolori patiti da Cristo per l'umanità. Pare insomma che ogni elemento sia figurativo che testuale della complessa composizione abbia un preciso riferimento a Cristo, e che nella stampa si voglia esprimere essenzialmente un concetto, quello cioè della valenza salvifica del sacrificio di Cristo, che con la sua morte ci ha liberato dai peccati, donandoci la salvezza eterna. Allora forse anche le due lettere "G" e "S", inserite nel basamento su cui si erge il santuario, probabilmente vanno interpretate come le iniziali di "Gesù Salvatore", su cui simbolicamente si fonda il tempio, che rappresenta la chiesa (Apocalisse 11,1). Infatti la Chiesa è il corpo di Cristo e Cristo è a capo della Chiesa, come afferma più volte San Paolo (lettera ai Colossesi 1, 18; lettera agli Efesini 1, 23; 5, 23). Lo dico in via solo ipotetica poiché, essendo tutte le scritte in latino, anche le iniziali di Cristo dovrebbero per logica esse re "J S", e non "G S", sigla che potrebbe anche costituire la marca del tipografo o dell'editore della stampa. Comunque nella presenza di San Sebastiano c'è un esplicito richiamo alla Chiesa: Sebastiano è infatti compatrono di Roma dopo Pietro e Paolo, e il terzo tra i sette difensori della Chiesa nella categoria di Gregorio Magno (CANNATA 1967, pp. 789-801). Si noti infine che sul mantello di San Rocco compare il simbolo delle due chiavi incrociate, presente nelle più antiche raffigurazioni del santo, che designa il pellegrino in viaggio verso la città eterna. L'aggiunta della tiara papale sopra le due chiavi potrebbe in questo caso ricordare la canonizzazione di Rocco avvenuta sotto il pontificato di Urbano VIII (1623-1644). Secondo la Goldoni (comunicazione orale) è poco probabile che questa silografia abbia illustrato un libro liturgico; piuttosto la stampa, caratterizzata da una complessa impaginazione architettonica e ricca di significati e di rimandi simbolici, potrebbe riprodurre un altare. Sotto il profilo stilistico e formale la stampa dovrebbe datarsi alla prima metà del Seicento, dato cronologico che ben si lega con quanto detto in precedenza riguardo allo stemma sul mantello di San Rocco.

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BIBLIOGRAFIA

Catalogo generale Soliani, Catalogo generale delle incisioni in legno per uso di tipografie di varie epoche di antica spettanza degli eredi di Bartolomeo Soliani, Modena 1864

Incisioni in legno Soliani, Incisioni in legno esistenti nella Reale Tipografia degli Eredi Soliani, Modena 1828, 7 voll.

Cannata P., Sebastiano, santo, martire di Roma, IV, iconografia, in Bibliotheca Sanctorum, Roma 1967, XI

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