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in basso al centro: SS. CRISPINO. E CRISPINIANO.
in basso a sinistra: FB. Bol. inv. et f.
La matrice di questa silografia appartiene al Fondo Barelli di Modena, e fu falsificata dal cartolaio milanese con l'aggiunta della firma "FB. Bol. inv et f.", ispirata probabilmente a quella di Francesco Primaticcio (NAGL ER 1858-1879, v. 2, p. 724, n. 1968). La prova della manipolazione del legno è alla Civica Raccolta Bertarelli di Milano, dove si conservano altri due esemplari ottocenteschi di questa stampa: quella di inventario R.S.M 2 44 presenta la scritta in matita rossa di mano di Barelli, l'altra (R.S. M 245) riflette, come la silografia di Trieste, lo stato della matrice una volta falsificata. Secondo una fonte del VIII secolo (AMORE 1964, pp.323-315) Crispino e Crispiniano, di origine romana, si sarebbero recati in Gallia al tempo di Diocleziano e, stabilitisi a Soissons, avrebbero esercitato il mestiere di calzolai a favore dei poveri, propagando la fede cristiana. Per questo motivo sarebbero stati arrestati e martirizzati. Nonostante la poca attendibilità delle fonti, i due personaggi sono da ritenere due martiri romani periti durante la persecuzione militare della fine del III secolo a Soissons, dove furono creduti dei santi locali e da dove le loro reliquie furono traslate a Roma. Nella stampa in esame Crispino e Crispiniano sono raffigurati al lavoro nella loro bottega, mentre preparano una scarpa per un povero storpio e, proprio in relazione al loro mestiere raccontato nella passio, sono considerati i santi patroni dei calzolai, e per estensione dei lavoratori del cuoio come conciatori, sellai e guantai (CARDINALI 1964, p. 317). È evidente perciò che il culto dei due santi si sia sviluppato nell'ambito prettamente popolare delle associazioni di mestieri, e questa silografia deve essere stata attaccata all'interno delle botteghe di ciabattini, calzolai, concia tori, sellai e guantai, oppure nella sede di una confraternita di calzolai. Esiste infatti un dipinto risalente al Settecento e conservato al Museo Civico di Udine (CICERI 1980, tav. 55), che raffigura anch'esso i Santi Crispino e Crispiniano in bottega e che proviene dalla confraternita dei calzolai di quella città. L'incisione sotto il profilo stilistico e formale dovrebbe datarsi al XVII secolo, e presenta notevoli affinità stilistiche e compositive con il Sant'Alò della scheda S_819.
Ciceri L., Religiosità popolare in Friuli, Pordenone 1980
Amore A., Crispino e Crispiniano, santi, in Bibliotheca Sanctorum, Roma 1964, IV
Cardinali A., Crispino e Crispiniano, iconografia, in Bibliotheca Sanctorum, Roma 1964, IV
Nagler G. K., Die Monogrammisten, München 1858-1879, I-V