XVII

Oggetto
stampa di invenzione
Soggetto
sant'Alò
Titolo
Santo Alò
Editore
Barelli Pietro
Cronologia
1600 - 1699
Materia e tecnica
carta/ xilografia
Misure impressione
mm - altezza 355, larghezza 243
Misure foglio
mm - altezza 425, larghezza 287
Codice scheda
S_819
Collocazione
Trieste (TS)
Biblioteca civica Attilio Hortis
Iscrizioni

in basso al centro: SANTO ALO'

in basso a sinistra: FB. Bol. inv. et f.

Come silografia schedata S_818, anche questa in esame fu falsificata da Barelli con l'aggiunta della firma "FB. Bol. inv. et f.", ispirata probabilmente a quella di Francesco Primaticcio (NAGLER 1858-1879, v. 2, p.7 24, n. 1968). L'immagine rappresenta un miracolo di Sant'Alò o Alor, invocato come protettore dei cavalli; secondo la tradizione (PROJA 1961, p.884) il santo visse nel VI secolo e fu vescovo di Quimper in Bretagna, dove il suo culto si diffuse largamente. Ma nulla giustifica il patronato di Alò sui cavalli se non la confusione che le fonti fecero con Eligio (588-660), vescovo di Noyon e tesoriere di Clotario II, venerato come protettore dei fabbri ferrai. Proprio a causa di questa confusione tra i due personaggi, la devozione per Alò si diffuse in ambito popolare, tra i fabbri ferrai addetti alla ferratura dei cavalli. La silografia ha dimensioni pressoché identiche alla S_81, e una inquadratura del tutto simile, caratterizzata da una sottile cornice e con la scritta a lettere capitali in basso entro una fascia bianca. Anche dal punto di vista stilistico e formale si possono individuare delle affinità tra le due incisioni, sia nelle tipologie fisiognomiche che nella tecnica d'intaglio, che si serve di un sottile e fitto tratteggio per evidenziare la struttura plastica dei corpi e le ombre. Non è perciò da escludere che il Sant'Alò abbia fatto parte della stessa serie dei Santi Crispino e Crispiniano, alla quale forse appartennero altre stampe raffiguranti santi protettori di mestieri, e perciò anche quest'immagine deve essere stata attaccata nelle botteghe, questa volta dei fabbri ferrai, oppure nella sede della loro confraternita. Si può inoltre ipotizzare che le due matrici siano opera della stessa mano, o di due incisori operanti nel XVII secolo a stretto contatto. A chi scrive sono note altre due stampe raffiguranti Sant'Alò che riattacca miracolosamente la zampa ad un cavallo: una proviene dalla stamperia dei Remondini ed è conservata alla Civica Raccolta Bertarelli di Milano (Popolari Sacre M 42/79: ZOTTI MINICI 1994, p. 475, n. 1106, fig. 1106), l'altra è un'acquaforte acquarellata del XVIII secolo ritrovata in Friuli (CICERI 1980, p. 102, n. 83, tav. 84), che presenta una composizione assai simile all'esemplare di Trieste.

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BIBLIOGRAFIA

Zotti Minici C.A., Le stampe popolari dei Remondini, Venezia 1994

Ciceri L., Religiosità popolare in Friuli, Pordenone 1980

Proja G.B., Alor, santo, in Bibliotheca Sanctorum, Roma 1961, I

Nagler G. K., Die Monogrammisten, München 1858-1879, I-V

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