Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
in basso a sinistra: DA
La matrice di questa stampa appartiene al Fondo Barelli di Modena, e probabilmente fu falsificata dal cartolaio milanese con l'aggiunta del monogramma "DA". Solo la visione diretta del legno, che per ora non è stata possibile, potrebbe confermare quest'ipotesi. L'iconografia dell'immagine non è di facile decifrazione: è probabile che si tratti della visione di una monaca, a cui l'angelo suggerisce l'identità del personaggio, e che perciò si flette in atteggiamento di devozione. L'abito è quello delle carmelitane, e la santa forse va identificata con Maria Maddalena de' Pazzi (Firenze 1566-1607), che entrò nel convento delle monache di S. Maria degli Angeli a Firenze nel 1582 e che fu, tra le contemplative del XVI secolo, una delle più appassionate sostenitrici della riforma della Chiesa e del rinnovamento della vita religiosa (AN CILLI 1967, pp. 1107-1131). Ebbe molte estasi e visioni durante la sua vita, e forse la stampa in esame ne raffigura una, probabilmente meno nota rispetto alle visioni di solito rappresentate come lo Scambio del suo cuore con quello di Gesù (si veda il dipinto di Theodor Boeyermans a Gent, nel quale alle spalle della santa c'è un angelo che le parla nell'orecchio come in questa stampa: TSCHOCHNER 1974,fig. 2), oppure Cristo le dona gli strumenti della Passione, Cristo o Santa Caterina da Siena pongono in capo al la santa la corona di spine, Visione di Sant'Agostino, Visione della glori a di San Aloysio Gonzaga, la Vergine le dona il velo (TSCHOCHNER 1974, p. 543). La veste di pellegrino indossata dal personaggio maschile fa pensare a san Rocco o san Giacomo Maggiore, ma nessun episodio delle loro vite fra quelli illustrati nell'iconografia canonica si attaglia all'immagine in esame. Perciò forse si tratta di un santo che di solito non è raffigurato con l'abito del viandante, come san Giuseppe, a cui potrebbe riferirsi la verga fiorita in mano agli angioletti, e che era grandemente venerato da santa Teresa d'Avila, la fondatrice dell'ordine carmelitano. Il sacco a terra su cui è seduto uno dei due angioletti potrebbe essere un attributo del santo, ma anche di Santa Maria Maddalena che, come narrano le fonti, in una delle sue estasi vide Gesù che le ordinò di dormire solo cinque ore per notte sopra un sacco di paglia (ANCILLI 1967, p. 1109). Solo ulteriori ricerche potrebbero dare maggiori delucidazioni sulla questione iconografica , che rimane perciò ancora aperta. Si tenga comunque presente che alla Civica Raccolta Bertarelli di Milano è conservata una silografia probabilmente secentesca (RS. M 306),intitolata "S. MARIA MADDALENA DE PAZZI CARMELITANA", che raffigura la santa inginocchiata all'interno di una chiesa a cui appare la Madonna del Carmelo. Si tratta di una visione meno frequentemente rappresentata rispetto ad altre, ma dimostra come non fosse così inusuale ambientare episodi della vita della santa all'interno di edifici religiosi. La stampa dovrebbe risalire al XVIII secolo, ed è di buon livello qualitativo la tecnica d'intaglio fine e sapiente, che delinea con maestria l'impaginazione architettonica della scena e le figure, riuscendo a rendere la morbidezza delle vesti, delle ali dell'angelo e a cogliere la consistenza impalpabile della nuvola. Soltanto in sede di stampa sono venuta a conoscenza di una notizia, segnalatami con grande cortesia da Maria Goldoni, che qui ringrazio vivamente. Presso la Soprintendenza di Modena è conservato un appunto manoscritto di Giulio Bariola, il soprintendente che curò nel 1913-14 la ristampa delle matrici (cfr. scheda S_817), che, in riguardo alla silografia in esame, riporta quanto segue: "Sotto un ampio porticato, un Santo, in abito da pellegrino (San Giacomone?), soccorre una suora sorretta da un angelo, mentre due piccoli serafini (uno dei putti non è alato) stanno scherzando sugli scalini. / Questo legno è copia fedele (o prima preparazione ?) di un chiaroscuro (stampa a due (?) legni) di color verde cupo, assegnato a Giuseppe Maria Moretti, di Bologna (n. 1659, m. 1746), chiaroscurista: chiaroscuro che deriverebbe a sua volta da Giacomo Bolognini (n. 1664; m. 1737). / Tale chiaroscuro si può vedere riprodotto in piccole proporzioni, da un esempla re della collezione Corsini al Gabinetto delle Stampe di Roma, in Romolo Artioli, "Sesta Esposizione del Gabinetto delle Stampe a Roma. I chiaroscuri", Emporium, 13, 1901, pag. 125".
Lexicon, Lexicon der christlichen Ikonographie, Freiburg 1968-1976, 8 v.
Ancilli E., Maria Maddalena de Pazzi, santa, in Bibliotheca Sanctorum, Roma 1967, VIII