Rossi Giuseppe, XIX

Oggetto
stampa di riproduzione
Soggetto
storie della vita di Enea Silvio Piccolomini
Titolo
Storia di Pio II
Autore
Rossi Giuseppe (?/ 1842) - incisore
Lasinio Giovanni Paolo (1798/ 1855) - incisore
Pieraccini Francesco (notizie 1822-1874) - disegnatore
Pinturicchio (1454 ca./ 1513) - inventore
Editore
Pagni Nicolò
Cronologia
1829 - 1830
Materia e tecnica
acquaforte/ bulino
Codice scheda
S_3732
Collocazione
Trieste (TS)
Biblioteca civica Attilio Hortis
Biblioteca civica A. Hortis. Museo petrarchesco piccolomineo

Nel 1829-1830 Niccolò Pagni stampò a Firenze una serie di dieci stampe con le Storie della vita di Enea Silvio Piccolomini, tratte dagli affreschi commissionati nel 1502 da Francesco Piccolomini a Bernardino di Betto detto il Pinturicchio (Perugia 1454 ca/ Siena 1513), e dipinti dall'artista a partire dal 1503/1505 fino al 1507 sulle pareti della Libreria Piccolomini nel Duomo di Siena (cfr. Silvestrelli 1987). In Biblioteca civica si conservano solo due incisioni della serie (cfr. Nodari 2005), eseguite da Giuseppe Rossi e Giovanni Paolo Lasinio su disegno di Francesco Pieraccini, che raffigurano rispettivamente il settimo e il nono episodio delle Storie (PICC. Ic. 287/5, 287/6, cfr. schede S 3730, 3735). Già il Vasari aveva affermato che "gli schizzi e i cartoni di tutte le storie furono di mano di Raffaello d'Urbino", ma la critica contemporanea ha di molto ridotto la collaborazione del giovane Raffaello all'impresa, documentata comunque da due cartonetti autografi dell'urbinate. Ecco perchè nelle stampe in questione compare sempre il nome di Raffaello quale inventore delle scene. E' il De Fiori nel 1862 il primo a citare le due incisioni della serie, quando ormai sono già entrate a far parte della sezione iconografica piccolominea della Biblioteca civica (per le notizie sulla sezione iconografica piccolominea cfr. scheda S 3715). Egli però le menziona raggruppandole assieme ad altre otto acquaforti (di cui oggi rimangono cinque), tratte sempre dagli affreschi del Pinturicchio a Siena, che però fanno parte di altre due distinte serie (cfr. ancora Nodari 2005): oggi il primo gruppo è costituito da tre stampe incise da Antonio Verico nel 1838 su disegno di Pieraccini (PICC. Ic. 287/2, 287/4) e di Giovanni Bruni (PICC. Ic. 287/ 3), che riproducono il terzo, quarto e quinto episodio degli affreschi, e che appartengono ad una serie stampata a Firenze alla fine degli anni Trenta dell'Ottocento presso Luigi Ricceri e Alessandro Bernardini (cfr. scheda madre S 3733). Del secondo gruppo invece fanno parte due incisioni che raffigurano il secondo e il decimo episodio delle Storie di Pio II del Pinturicchio (PICC. Ic. 287/ 1, 287/ 7): sono entrambe incise da Giovanni Paolo Lasinio (che si firma Lasinio figlio) su disegno di Luigi Boschi e con la direzione di Giuseppe Colignon, e sono prive di data, del luogo di edizione e del nome dello stampatore (cfr. scheda madre S 3775). Ritornando alla serie Pagni, autore dei disegni preparatori per le due stampe superstiti della serie è Francesco Pieraccini (notizie 1823-1874), disegnatore e litografo attivo a Firenze nel XIX secolo nel campo dell'editoria. Suoi infatti sono i disegni incisi da G. P. Lasinio che illustrano "Benedetto da Majano. Il Pergamo scolpito in marmo nella chiesa di S. Croce di Firenze", Firenze, Alessandro Bernardini 1823, e "Le piazze del Granduca di Firenze co' suoi monumenti", Firenze, Luigi Bardi, 1830. Fornisce inoltre alcuni disegni, che saranno tradotti in stampa dal Lasinio, da T. Boselli e da De Fournier, per il primo volume dell'opera di L. Bardi, "L'Imperiale e reale galleria Pitti illustrata", edita a Firenze coi tipi della Galileiana in 4 volumi nel 1837/ 1842 (il I tomo è del 1837), e per le dodici tavole incise ancora da Lasinio de "Il tabernacolo della Madonna d'Orsanmichele: lavoro insigne di Andrea Orcagna e altre sculture di eccellenti maestri le quali adornano la loggia e la chiesa predetta", Firenze, Giuseppe Ferroni, 1874, che testimonia come fosse ancora attivo in quell'anno. Una stampa della serie in esame è incisa da Giuseppe Rossi (Venezia/ 1842), disegnatore e incisore veneziano, che fu professore d'intaglio all'Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel campo dell'editoria incide le tavole per i "Disegni e scritti di architettura" di Ottone Calderari, Vicenza, Tipografia Paroni, 1808-1815 in 2 vol., per la "Raccolta di pitture antiche", Pisa, Niccolò Capurro, 1820, per le "Pitture a fresco del Camposanto di Pisa", Firenze, Dante, 1832. Ancora negli anni Trenta e agli inizi dei Quaranta collabora all'illustrazione della "Storia della pittura italiana" di Giovanni Rosini, uscita in 8 volumi a Pisa da Niccolò Capurro nel 1839-1855, e incide diverse tavole de "L'Imperiale e reale galleria Pitti illustrata" di Luigi Bardi, Firenze, coi tipi della Galeleiana, 1837-1842, 4 vol. L'altro autore di una delle due stampe superstiti della serie Pagni è Giovanni Paolo Lasinio (Firenze 1798/ 1855), figlio e allievo di Carlo Lasinio (da cui la firma "Lasinio figlio inc." spesso usata dall'artista), che si specializzò nell'incisione di riproduzione di monumenti e opere d'arte (per le notizie su quest'ultimo autore, si rimanda a quanto detto nella scheda S 3775).

BIBLIOGRAFIA

Nodari F., La sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea della Biblioteca civica "A. Hortis" di Trieste, in Le collezioni del Museo petrarchesco piccolomineo nella Biblioteca "A. Hortis" di Trieste, Firenze 2005

De Fiori F., Dalle raccolte rossettiane di cose del Papa Pio II, in Documenti raccolti e pubblicati in occasione di collocazione di busti enei sulla facciata del Duomo di Trieste in onore di Enea Silvio Piccolomini Vescovo di Trieste poi Papa Pio II di Andrea Rapicio Vescovo di Trieste, consigliere imperiale e di Rin, Trieste 1862

Silvestrelli M. R., Pintoricchio/ Bernardino di Betto, detto, in La pittura in Italia. Il Quattrocento., Milano 1987, II-2