Le quattro incisioni presentano in basso a sinistra la numerazione di Rossetti "N.° 25", "N.° 26" "N.° 27", "N.° 28": esse entrarono a far parte della sua collezione petrarchesca tra il 1819 e il 1822, dato che sono citate nel catalogo della raccolta edito nel 1822, entro la Collezione terza che documenta gli acquisti fatti tra il 1819 e il 1822, ai numeri 25-28 come: "Inc. a bulino. Dipinse Tiziano, disegnò Gio. Ant. Butti, ed incise Silvestro Pomarede. Quattro trionfi del Petrarca, cioè quelli della Morte, della Fama, del Tempo, e della Divinità" (cfr. Rossetti 1822). La serie è menzionata in modo assai sintetico anche nell'Inventario ed estimo della libreria relitta dal defunto Dr. Domenico de Rossetti, redatto nel 1843 dal librario Giovanni Schubart e dal disegnatore Gaetano Merlato, al n. 891 della sezione iconografica petrarchesca come: "Inc. a bulino. altri quattro Trionfi dello stesso (di Petrarca)" (BCTS, Ms I 76). Una volta entrata a far parte del patrimonio della Biblioteca civica, Hortis (1874) è l'unico a segnalare la serie, limitandosi a inserirla nell'elenco concernente l' "Iconografia della petrarchesca rossettiana". Le quattro stampe (cit. in Nagler 1841, Bénézit 1999, Simonetti 1986 e pubblicate da Chiari 1982) furono incise da Silvestro Pomarede (notizie 1736-1760) a Roma nel 1748-1750 e, come documentano le iscrizioni, furono tratte da quattro Trionfi attribuiti a quel tempo a Tiziano che appartenevano ad un certo Giovanni Michillo, definito "Conductor generalis Pulveris Nicosiani et Aquae Vitis Status Pontificii" e "Conductor generalis vectigalium pro tabacco Romae". I quattro Trionfi da cui Pomarede trasse le stampe non furono per certo eseguiti da Tiziano, ma da Bonifacio De' Pitati (Verona 1487- Venezia 1553): Carlo Ridolfi nelle sue Meraviglie dell'arte edite nel 1648 parla di "sei lunghi pezzi de' trionfi del Petrarca con figure men del vivo, ne' quali cercò Bonifacio di esprimere l'intentione del Poeta..." e prima di descriverle informa che i dipinti erano passati in Inghilterra. Il Trionfo dell'Amore e il Trionfo della Castità sono con tutta probabilità da riconoscere nei due quadri di Bonifacio conservati a Kunsthistorisches Museum di Vienna (Simonetti 1986), mentre gli altri quattro Trionfi (della Morte, della Fama, del Tempo, della Divinità) da cui Pomarede trasse le sue incisioni sono da considerare per ora dispersi. E' stato notato che la descrizione di Ridolfi dei sei Trionfi presenta delle piccole incongruenze con le tele di Vienna e le stampe del Pomarede, ma d'altro canto si è giustamente affermato come Ridolfi ha mescolato nella sua descrizione un vago ricordo visivo delle opere, in quel tempo non più a Venezia, e le nozioni tratte dal testo di Petrarca. A differenza della serie Pomarede appartenente al Museo Correr di Venezia pubblicata dalla Chiari (1982), questa in esame testimonia l'esistenza di una seconda edizione del gruppo, che risale al 1770: infatti su tre delle quattro incisioni della serie e precisamente sul Trionfo della Morte, della Fama e della Divinità compare la scritta "Tabula Originalis à Titiano dipicta juris est (currente Anno Are. 1770.) Isaaci Iamineau Armigeri Angli", che documenta come almeno tre dei quattro Trionfi che nel 1748-1750 appartenevano a Giovanni Michillo erano passati nel 1770 in possesso di un certo Isacco Iamineau, definito armigero inglese. Solo il Trionfo del Tempo che presenta in calce la scritta "Ex Archetypo celeberrimi Titiani, quod sui juris est exprimi mandavit Dominus Ioannes Michilli/ Generalis Vectigalium Conductor pro Tabacco Romae in suis Aedibus Anno 1748" appartiene alla prima edizione. Poche le notizie su Silvestro Pomarede (notizie 1736-1760), disegnatore e incisore originario di Braunschweig secondo Nagler (1841) che lo cita come "Pomarde", e attivo a Roma intorno alla metà del Settecento. Nel campo dell'incisione di riproduzione collabora alle tavole che illustrano "Le Maschere sceniche e le figure comiche d'antichi romani" di Francesco De Ficoroni, edite a Roma nella stamperia di Antonio de' Rossi nel 1736, e nel 1748 sempre a Roma da Bernabo e Lazzarini. Sue stampe compaiono inoltre nel "Museo Capitolino, o sia Descrizione delle statue, busti, bassorilievi, urne sepolcrali...che si custodiscono nel Palazzo...in Campidoglio", edito a Roma presso Bernabo e Lazzarini nel 1750, e nella collezione della Galleria di Firenze, per la quale fornisce diversi ritratti. Nagler cita inoltre una stampa con il Ritratto del padre servita J. Piccolomini con la Madonna, tratta da J. D. Peroni, e un'altra con la statua di J. Calasanctio in Vaticano , tratta da J. Spinazzi. Ancora più scarse le notizie sul disegnatore Gianantonio Buti (notizie 1748-1750), pittore di vedute architettoniche attivo a Roma intorno al 1750, e influenzato da G. Ghisolfi, G. P. Pannini e G. B. Piranesi. Di lui, oltre ai disegni per le stampe in esame, è nota una Veduta di palazzo con portico, datata 1750 e conservata alla Gemäldegalerie di Dresda.
Bénézit E., Pomarede Silvio ou Silvester, in Dictionnaire critique et documentaire des peintres sculpteurs dessinateurs et graveurs de tous les temps et de tous les pays par un groupe d'écrivains spécialistes français et étrangers, Paris 1999, XI-14
Simonetti S., Profilo di Bonifacio de' Pitati, in Saggi e memorie di Storia dell'Arte, 1986, v. 15
Chiari M. A., Incisioni da Tiziano. Catalogo del fondo grafico a stampa del Museo Correr, Venezia 1982
Hortis A., Catalogo delle opere di Francesco Petrarca esistenti nella Petrarchesca Rossettiana di Trieste. Aggiuntavi l’iconografia della medesima, Trieste 1874
Nagler G. K., Pomarde (sic), Silvestre, in Neues allgemeines Künstler – Lexikon oder Nachrichten von dem Leben und den Werken der Maler, Bilhauer, Baumeister, Kupferstecher, Formschneider, Lithographen, Zeichner, Medailleure, Elfenbeinarbeiter, etc., München 1841, XI-22
Rossetti D., Raccolta di edizioni di tutte le opere del Petrarca e di Enea Silvio Piccolomini, Pio II, Venezia 1822