Westerhout Arnold van, XVII

Oggetto
stampa di invenzione
Soggetto
avviso di tesi di Niccolò Piccolomini: allegoria
Titolo
Ivra Belli
Autore
Westerhout Arnold van (1651/ 1725) - incisore
Blondeau Jacques (1655/ 1698 ca.) - incisore
Montorselli Dionisio (1653/ 1711-1712) - disegnatore
Montorselli Dionisio (1653/ 1711-1712) - inventore
Cronologia
1685
Materia e tecnica
acquaforte/ bulino
Misure impressione
mm - altezza 1500, larghezza 980
Codice scheda
S_3763
Collocazione
Trieste (TS)
Biblioteca civica Attilio Hortis
Biblioteca civica A. Hortis. Museo petrarchesco piccolomineo
Iscrizioni

L'acquaforte in due rami conservata in Biblioteca civica è in fogli sciolti (Nodari 2005). Come altri esemplari facenti parte della sezione iconografica piccolominea (cfr. ad es. schede S 3684, 3715, 3742), essa viene citata per la prima volta quando è già di proprietà della Biblioteca Civica dal bibliotecario Francesco De Fiori (1862) che la descrive così: "Grande incisione in due fogli in Onore di Leopoldo I Imp. Romano, dedicata da Nicolò Piccolomini Conte del S. R. Impero nel 1685. Inv. et delin. Dionisius Montorselli. Jacob Blondeau et Arnoldo van Westerhout sculps.". La stampa in esame è un bell'esempio di avviso di tesi: come afferma Giacomello (2000), in tutti i paesi europei è attestata la consuetudine sviluppatasi presso università e istituti religiosi di esporre in diverse occasioni, per dibattiti accademici, a conclusione del ciclo universitario o in altre circostanze, dei fogli che contenevano una serie di proposizioni discusse pubblicamente da uno studente. Almeno dagli inizi del '500 si ricorse ai tipografi per stampare questi fogli, e persone altolocate si rivolgevano ad un disegnatore e ad un incisore di fiducia per la realizzazione di un'immagine appositamente studiata per l'occasione. E questo è il caso della stampa in esame, che è l'avviso di tesi di Niccolò Piccolomini, dedicato all'imperatore Leopoldo I e stampato probabilmente a Roma nel 1685, l'anno della discussione della tesi avvenuta a Siena. L'inventore dell'immagine è Dionisio Montorselli (L'Aquila 1653-Siena 1711-12), l'incisore della parte figurata centrale è Jacques Blondeau (Anversa 1655-Roma 1698 ca), mentre la cornice barocca che la contorna è opera di Arnold van Westerhout (Anversa 1651-Roma 1725). Della stampa in esame, che presenta delle sbavature dell'inchiostro nel foglio destro, esiste un altro esemplare in fogli sciolti in collocazione D 52/1-2. Il pittore aquilano Dionisio Montorselli si trasferì ancora molto giovane a Siena, dove eseguì diverse pale d'altare ed affreschi in chiese e oratori della città: Transito della Vergine, Cappella di S. Maria della Stella alla Misericordia (1678), Gloria di Santa Caterina in San Giuseppe che rivela come egli coniughi il linguaggio cortonesco a motivi di stampo classicista memori di Domenichino e Lanfranco. La frequentazione dell'ambiente artistico romano lo portò a guardare al classicismo di Sacchi e Poussin. La sintassi più pienamente barocca che informa opere quali il Paradiso nell'oratorio di San Giacomo in Salicotto è presente anche nella nostra stampa, che non è l'unica composizione di Montorselli incisa da van Westerhout: Bodart (1976) cita infatti l'Allegoria con Leopoldo I che riceve la sottomissione dell'Asia e dell'Africa, anch'essa del 1685 ed incisa sempre con Blondeau, i Giganti cacciati dall'Olimpo e il Trionfo dell'amore sacro sull'amore profano, eseguita a Roma nel 1693. Arnoldo van Westerhout, originario di Anversa, entrò nel 1665-66 nella bottega dell'incisore Alexandre Goquier, e nel 1673-74 fu ammesso nella gilda di San Luca dei pittori d'Anversa. In questo periodo data infatti l'unico dipinto certo dell'artista, Sant'Ambrogio rifiuta l'entrata in chiesa all'imperatore Teodosio (Termonde, Notre Dame). Nel 1681 si trasferì a Roma dove rimase fino alla morte (1725), con l'eccezione di un breve soggiorno fiorentino nel 1691-92, al quale risalgono le stampe con la Festa del "Calcio" fiorentino, il Ritratto di Ferdinando de' Medici e il Miracolo di San Giovanni di San Facondo, tratto da una pala di G. N. Nasini a S. Spirito. Incisore assai prolifico all'acquaforte e al bulino, sono note di lui più di 600 tavole, la maggior parte delle quali sono stampe di traduzione da opere di soggetto sacro e profano di vari artisti (Trasfigurazione da Raffaello; Minerva e Saturno da Ilario Spolverini, 1721), alle quali si affiancano ritratti (papa Alessandro VIII, 1689), avvisi di tesi come questo in esame (Avviso di Tesi dell'abate Alessandro Zondadari 1692), frontespizi (Apollo discende dal Parnaso e incorona la Poesia italiana per la Scelta di poesie italiane..., Venezia, Baglioni, 1686) e illustrazioni per l'editoria, tra cui le tavole delle Numismata summorum pontificum di F. Buonanni, Roma, D. A. Ercole, 1696-1700. A Roma fu attivo anche come editore di stampe (La Samaritana al pozzo di R. van Audenaerde da A. Carracci). L'incisore fiammingo Jacques Blondeau, allievo di F. Bouttats e membro della gilda di San Luca di Anversa, si trasferì a Roma dove visse fino alla morte, lavorando per l'editore Giovanni Giacomo de' Rossi. Influenzato dai modi di C. Bloemaert, fu incisore di riproduzione da opere di soggetto religioso e profano di vari artisti come P. da Cortona, S. Bombelli e Bernini (Cattedra di San Pietro). Incise anche frontespizi (Allegoria della Gloria dei Medici da L. Sergardi) e ritratti di alti prelati e regnanti (papa Innocenzo XI; 12 Ritratti dei Re di Spagna da P. da Cortona).

BIBLIOGRAFIA

Nodari F., La sezione iconografica della raccolta petrarchesca piccolominea della Biblioteca civica "A. Hortis" di Trieste, in Le collezioni del Museo petrarchesco piccolomineo nella Biblioteca "A. Hortis" di Trieste, Firenze 2005

Giacomello A., Avvisi di Tesi nel Friuli del Settecento, Gorizia 2000

De Fiori F., Dalle raccolte rossettiane di cose del Papa Pio II, in Documenti raccolti e pubblicati in occasione di collocazione di busti enei sulla facciata del Duomo di Trieste in onore di Enea Silvio Piccolomini Vescovo di Trieste poi Papa Pio II di Andrea Rapicio Vescovo di Trieste, consigliere imperiale e di Rin, Trieste 1862

Bodart D., L'ouvre di graveur Arnold van Westerhout (1651 - 1725) Essai de catalogue raisonné, Bruxelles 1976