in basso a destra: ROMEO/ DANEO
in basso a sinistra: 49/ 88
Romeo Daneo, pittore e incisore, è figura di rilievo nella vita artistica triestina del secondo dopoguerra. Negli anni Settanta ricopre il ruolo di presidente del Sindacato regionale artisti pittori scultori incisori, dove si impegna, nonostante si sia avvicinato alla pittura da autodidatta, a distinguere l’attività dell’artista rispetto alla produzione di coloro che dipingono come passatempo. Per questo difende l’operato del Sindacato quale libera associazione di artisti, sodalizio fondato nel 1947 teso a promuovere e valorizzare le diverse forme espressive purché di qualità. Ad essa tende anche nella sua carriera: approfondisce l’aspetto tecnico abbandonando i colori ad olio per la tempera; sperimenta il collage e poi la grafica con cui crea pezzi unici sui quali interviene successivamente con il pennello. Elabora un personale linguaggio pittorico, di ispirazione neocubista, caratterizzato dalla rappresentazione dei soggetti attraverso l’accostamento di campiture uniformi, tra loro definite e contrastanti. Alla semplificazione della forma si sovrappongono i tasselli colorati che annullano la profondità e riportano ad un solo piano la figurazione. Negli anni Settanta il soggetto perde di riconoscibilità e Daneo realizza delle composizioni astratte in cui prevale la ricerca decorativa perseguita combinando riquadri differenti per stesure, effetti e tonalità. Dal 1934 al 1977 partecipa alle mostre organizzate dal Sindacato a Trieste e prende parte negli anni Cinquanta alle Biennali di Venezia e alle Quadriennali di Roma. Un tema ricorrente nell’opera di Daneo è il paesaggio ridotto a unità essenziali. In esso spiccano gli elementi verticali, curiosi per la varietà di fogge e accorgimenti pittorici. La stampa monocroma, probabilmente parte di una cartella con altre due incisioni di Guido Antoni e Ugo Guarino (pur avendo numeri diversi i tre esemplari riportano l’indicazione di ottantotto come tiratura totale) (cfr. schede S 7607 e S 7606) posseduta da Bartolini, presenta una forma allungata a cui si avvicinano elementi circolari. Bartolini è certamente a Trieste nel 1971 per il IX Festival internazionale del film di fantascienza, poiché è stato invitato nella giuria per la premiazione dei film in concorso. Daneo è allora presidente del Sindacato degli artisti e membro della commissione d’accettazione che organizza, in relazione al festival cinematografico, la Mostra arte e fantascienza. In quegli anni egli sta affrontando, anche attraverso il collage, la proposizione di rettangoli e cerchi, ingentiliti da segni e macchie, incolonnati in totem o ammassati a riempire tutta la superficie pittorica. Li espone a Trieste tra il 1969 e il 1975, anno della personale alla Galleria Cartesius, e alle rassegne organizzate dal Sindacato artisti: le mostre del paesaggio della Regione, le mostre d’arte contemporanea, le mostre d’arte e fantascienza.
Elio Bartolini Arte, Elio Bartolini. La collezione d'arte della Città di Codroipo, Udine 2011