Wostry Carlo, XIX

Oggetto
cartella di stampe
Soggetto
scene satiriche
Autore
Wostry Carlo (1865/ 1943) - inventore/ disegnatore/ incisore
Editore
Cappelli Licinio
Cronologia
1833
Materia e tecnica
carta/ litografia
Misure impressione
mm - altezza 458, larghezza 336
Codice scheda
S_7899
Collocazione
Trieste (TS)
Sede del Dipartimento studi umanistici
smaTs. Archivio degli scrittori e della cultura regionale. Lascito Fonda Savio
Iscrizioni

La cartella, pubblicata da Wostry nel 1919 presso l’editore Cappelli, comprende dodici tavole completate dal frontespizio, impresso con matrice xilografia e completato da altri due fogli che completano la cartella, uno con lo stemma di Trieste accompagnato dalla scritta “Fedelissima” e un testo riepilogativo, l’altro con una testa di un vecchio sogghignante. Su dodici fogli con cornici e didascalie prestampate, sono applicate altrettante xilografie colorate impresse a parte. L’esemplare in esame dell’Album era conservato nella collezione di Antonio Fonda Savio, ed era appartenuto a Italo Svevo, come testimonia il monogramma apposto a penna nel penultimo foglio. Come recita il sottotitolo, si trattava di “esercitazioni silografiche di Wostry”, permeate da una vena che fin dal titolo si presenta come una graffiante satira sui modi con cui una parte non piccola della città, quella filoaustriaca, avrebbe vissuto il cambiamento politico, sottolineando con cruda ironia tanti diffusi atteggiamenti della mentalità triestina dell’epoca, primo tra tutti la propensione a un pragmatico disincanto, che prevedeva una buona dose di opportunismo. Ben interpretate dalle immagini e da didascalie come “certo Eccellenza, Trieste è stata sempre la rocca dell’italianità” o “I milionari triestini rifugiatisi a Vienna, in coda, attendendo il treno che li porti a Trieste”, o ancora “Patriottismo delle “mule” ed altre… / almeno co’ sti qua se pol parlar, con quei altri bisognava intenderse a moti”. Come scriveva lo stesso Wostry nella cartella: “L’autore avverte che queste impressioni ancora austriache dei primi albori della nostra rinascita dovevano venir pubblicate già nel dicembre dell’anno decorso. Senonché, terminati i disegni, che erano di gran lunga più numerosi (parecchi ne dovette omettere per ragioni non dipendenti dalla sua volontà) non poté farli riprodurre per mancanza degli elementi necessari. Fu perciò indotto d’inciderli sul legno benché gli fosse del tutto sconosciuta la tecnica. Malgrado il ritardo della pubblicazione molti dei soggetti qui trattati, troppi anzi, sono ancora d’attualità. Trieste, Aprile 1919”. Il tema della Redenzione cittadina era del resto molto caro a Wostry e ricorrerà più volte nella sua produzione artistica; come egli stesso ricorda chiosando le sue memorie inerenti il circolo artistico triestino, nel 1916, all’indomani dell’intervento dell’Italia in guerra, fu invitato da un amico orafo ad eseguire una “medaglia della Redenzione”, il cui modello fu nascosto all’interno della scultura “Pentesilea”, all’epoca ancora in lavorazione, temendo una perquisizione austriaca che puntualmente si verificò, ma con esito negativo (C. Wostry, Storia del Circolo Artistico di Trieste, Udine, La Panarie, 1934, p. 200; W. Abrami, L. Resciniti, Carlo Wostry: da San Giusto a San Francisco, Trieste, Comune di Trieste, 2000, p. 179).

BIBLIOGRAFIA

De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024

Inferno Fronte Scrittori Artisti, Nell'inferno del fronte. Scrittori e artisti in guerra, Trieste 2015, n. 23

Paris L., Guida al Lascito Antonio Fonda Savio, Trieste 2015

Paris L., La sezione iconografica del Lascito Antonio Fonda Savio nel Sistema museale dell'Ateneo triestino, in Archeografo Triestino, Trieste 2013, serie 4, n. 63 (123)

Libri immagini casa Svevo, Libri e immagini di casa Svevo. Dalle collezioni di Antonio Fonda Savio, Trieste 2011, n. 18