Maestro del Dado, XVI

Oggetto
stampa di riproduzione
Soggetto
trionfo di Scipione
Autore
Maestro del Dado (notizie 1530/ 1560) - incisore
Editore
Lafrery Antonio
Cronologia
1530 ca - 1550 ca
Materia e tecnica
carta/ bulino
Misure impressione
mm - altezza 219, larghezza 257
Misure foglio
mm - altezza 226, larghezza 273
Codice scheda
S_8509
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Coronini Cronberg
Fondazione Palazzo Coronini Cronberg
Iscrizioni

in basso a destra su un dado: B

in basso al centro: Sumptum ex fragmentis antiquitatum Romae

in basso a destra: ANT. LAFRERII. FORMIS

Gli unici elementi certi riguardo l'anonimo incisore che si firma solitamente con la lettera B entro un dado sono la sua stretta vicinanza allo stile di Marcantonio Raimondi e il fatto che fu attivo a Roma tra il 1530 e il 1550. Confuso talvolta con Nicolas Beatrizet o con Giulio Bonasone, la sua identità rimane tuttora un mistero. Incisore di riproduzione, il cui linguaggio è contraddistinto da un meticoloso intreccio di lunghe linee, racchiuse entro netti contorni, il Maestro B nel Dado rivolse la propria attenzione soprattutto alle invenzioni di Raffaello, di Baldassarre Peruzzi, di Giulio Romano e di Tommaso Vincidor. Proprio a Raffaello sono solitamente ricondotti anche i soggetti di questo "Trionfo di Scipione" e del suo pendant, la “Vittoria di Scipione su Siface”, sulla base dell'iscrizione che compare su esemplari di stati tardi recanti l'indirizzo di Philippe Thomassin (1562-1622). In realtà il modello va probabilmente ricercato in disegni di scuola raffaellesca, ispirati al ricco repertorio archeologico romano, come suggerisce l'iscrizione"Sumptum ex fragmentis antiquitatum Romae". Sebbene risulti che il Maestro B del Dado abbia lavorato per Antonio Lafrery intorno alla metà del XVI secolo, le lastre di questa stampa e del suo pendant furono acquisite dall’editore francese nei primi anni Settanta. Il suo indirizzo, infatti, contraddistingue esemplari di secondo stato che si incontrano spesso all’interno dello “Speculum Romanae Magnificentiae”, la famosa raccolta di immagini raffiguranti antichità e edifici romani - la cui composizione poteva variare a seconda delle richieste dell’acquirente – disponibile presso la bottega di Lafrery solo a partire dall’inizio dell’ottavo decennio.

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BIBLIOGRAFIA

Bragaglia Venuti C., Schede, in Gli animali della nobiltà. Dalla caccia al salotto tra status symbol, allegoria e affetti, Gorizia 2021

Bragaglia Venuti C., Schede, in Stampe del XV e del XVI secolo, Gorizia/ Torino 2011