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in basso a destra su un dado: B
in basso al centro: Sumptum ex fragmentis antiquitatum Romae
in basso a destra: ANT. LAFRERII. FORMIS
Gli unici elementi certi riguardo l'anonimo incisore che si firma solitamente con la lettera B entro un dado sono la sua stretta vicinanza allo stile di Marcantonio Raimondi e il fatto che fu attivo a Roma tra il 1530 e il 1550. Confuso talvolta con Nicolas Beatrizet o con Giulio Bonasone, la sua identità rimane tuttora un mistero. Incisore di riproduzione, il cui linguaggio è contraddistinto da un meticoloso intreccio di lunghe linee, racchiuse entro netti contorni, il Maestro B nel Dado rivolse la propria attenzione soprattutto alle invenzioni di Raffaello, di Baldassarre Peruzzi, di Giulio Romano e di Tommaso Vincidor. Proprio a Raffaello sono solitamente ricondotti anche i soggetti di questo "Trionfo di Scipione" e del suo pendant, la “Vittoria di Scipione su Siface”, sulla base dell'iscrizione che compare su esemplari di stati tardi recanti l'indirizzo di Philippe Thomassin (1562-1622). In realtà il modello va probabilmente ricercato in disegni di scuola raffaellesca, ispirati al ricco repertorio archeologico romano, come suggerisce l'iscrizione"Sumptum ex fragmentis antiquitatum Romae". Sebbene risulti che il Maestro B del Dado abbia lavorato per Antonio Lafrery intorno alla metà del XVI secolo, le lastre di questa stampa e del suo pendant furono acquisite dall’editore francese nei primi anni Settanta. Il suo indirizzo, infatti, contraddistingue esemplari di secondo stato che si incontrano spesso all’interno dello “Speculum Romanae Magnificentiae”, la famosa raccolta di immagini raffiguranti antichità e edifici romani - la cui composizione poteva variare a seconda delle richieste dell’acquirente – disponibile presso la bottega di Lafrery solo a partire dall’inizio dell’ottavo decennio.
Bragaglia Venuti C., Schede, in Gli animali della nobiltà. Dalla caccia al salotto tra status symbol, allegoria e affetti, Gorizia 2021
Bragaglia Venuti C., Schede, in Stampe del XV e del XVI secolo, Gorizia/ Torino 2011