Saenredam Jan Pietersz, XVI

Oggetto
stampa smarginata di riproduzione
Soggetto
Marco Furio Camillo libera Roma da Brenno
Autore
Saenredam Jan Pietersz (1575/ 1607) - incisore
Goltzius Hendrick (1558/ 1617) - disegnatore
Polidoro da Caravaggio (1499-1500/ 1543) - inventore
Cronologia
1593 ca - 1594 ca
Materia e tecnica
carta/ bulino
Misure foglio
mm - altezza 342, larghezza 563
Codice scheda
S_8512
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Coronini Cronberg
Fondazione Palazzo Coronini Cronberg
Iscrizioni

Jan Saenredam trasse questo bulino da un disegno del suo maestro Hendrick Goltzius. La formazione nella bottega dell'affermato artista di Haarlem, svoltasi intorno agli anni 1589-1590, gli consentì di maturare una tecnica incisoria declinata al virtuosismo, divenendone l'allievo più dotato. Durante il suo soggiorno a Roma, dove giunse all’inizio del 1591, Goltzius, oltre alle copie dall’antico, riflesso di un suo peculiare interesse per la scultura, e da Raffaello, mise mano a una serie di disegni di soggetto classico tratti dalle pitture che Polidoro da Caravaggio aveva realizzato, all’incirca tra il 1519 e il 1527, sulle facciate di più di quaranta edifici romani. Tali decorazioni, sopravvissute solo in minima parte, consistevano in finti rilievi di marmo o di bronzo realizzati a chiaroscuro dall’artista lombardo con l’aiuto di Maturino da Firenze, il cui ruolo nel sodalizio è ancora oggetto di discussione da parte della critica. Tornato in patria alla fine del 1591, Goltzius ricavò da questi disegni nove stampe lasciando a Jan Saenredam, dal 1592 uno dei suoi più assidui collaboratori, la traduzione a bulino di altri disegni da Polidoro, tra cui quello della stampa che rappresenta "lo sbaraglio che fa Camillo, mentre che Brenno pesa l'oro". In risalto viene posta la figura di Marco Furio Camillo, sopraggiunto a cavallo in tempo per salvare l'onore di Roma durante l'assedio dei Galli comandati da Brenno; questi tiene in mano la spada, pronto a porla sulla bilancia per alzare il prezzo del riscatto in oro imposto ai Romani, secondo il racconto che ne fa lo storico Tito Livio. Lo sviluppo orizzontale della scena e l'isocefalia rinviano ai fregi antichi, proponendo uno schema classico. È evidente, dall'inversione delle lettere"G" e"L" sulle insegne che compaiono nell'incisione, che l'immagine è in controparte rispetto al disegno perduto di Goltzius. Nell'eccellenza dei risultati raggiunti in questa prova incisoria è evidente il virtuosismo di Saenredam. La modellazione delle forme attraverso piani di luce e ombra, svela l'intento di Saenredam di pervenire, attraverso il bulino, a effetti di rilievo marmoreo.

BIBLIOGRAFIA

Bragaglia Venuti C., Schede, in Gli animali della nobiltà. Dalla caccia al salotto tra status symbol, allegoria e affetti, Gorizia 2021

Brazza S., Schede, in Stampe del XV e del XVI secolo, Gorizia/ Torino 2011