Velasquez Diego, XVIII

Oggetto
stampa di traduzione
Soggetto
ritratto di nobile uomo: Gaspar de Guzman conte de Olivares a cavallo
Titolo
D.n Gaspar de Guzman, Conde de Olivares, Duque de Sanlucar
Autore
Velasquez Diego (1599/ 1660) - inventore
Goya Francisco (1746/ 1828) - incisore
Cronologia
1778
Materia e tecnica
carta/ acquaforte
Misure impressione
mm - altezza 370, larghezza 315
Misure foglio
mm - altezza 582, larghezza 455
Codice scheda
S_8521
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Coronini Cronberg
Fondazione Palazzo Coronini Cronberg
Iscrizioni

nel margine in basso: D.n Gaspar de Guzman, Conde de Olivares, Duque de Sanlucar,

nel margine in basso: Pintura de D. Diego Velazquez, del tamaño del natural, en el Rl Palacio de Madrid, dibujada y grabada por D. Fran.co Goya, Pintor, año de 1778

La stampa riproduce il Ritratto equestre di Gaspar de Guzman conte-duca di Olivares, il potente primo ministro del re di Spagna Filippo IV. Il dipinto, realizzato da Velasquez negli anni Trenta del Seicento, entrò nelle collezioni Reali nel 1769. Per tale ragione la riproduzione a stampa dell’opera fu affiancata da Goya a quella dei cinque ritratti equestri raffiguranti il re di Spagna Filippo IV, suo padre Flippo III, le loro consorti, Isabella di Borbone e Margherita d’Austria e l’infante Baldassarre Carlo, che Diego Velázquez aveva eseguito tra il 1634 e il 1635 per il Salón de los Reinos del Palazzo Reale di Madrid. Le incisioni di Goya, pubblicate nel 1778 , insieme ad altre tratte a loro volta da opere di Velázquez, testimoniano anzitutto l’ampio rispetto di cui il maestro di Siviglia godeva ancora alla fine del XVIII secolo presso l’Accademia e i circoli della corte, dove, proprio in quegli anni, pare che avesse preso forma un ambizioso progetto di riproduzione a stampa delle opere più importanti conservate nelle Gallerie Reali . Pur essendo unanimemente considerate quelle meno interessanti tra le opere a stampa realizzate da Goya nel corso della sua carriera, questo primo gruppo di incisioni fu per l’artista spagnolo un importante banco di prova, non solo per affinare la padronanza nell’uso dell’acquaforte, ma anche per studiare da vicino l’opera di Velázquez e per rafforzare le sue capacità pittoriche. Anzitutto Goya non cercò di riprodurre i dipinti originali nella loro interezza, ma si concentrò soprattutto sulle figure, lasciando meno definito lo sfondo. Per ottenere un effetto pittorico attraverso i passaggi di luce e ombra non utilizzò le tradizionali, standardizzate trame di linee, ma ricorse a una sovrapposizione di punti e brevi tratti ravvicinati, applicati con forza e vigore, come colpi di pennello. Nel 1792 le matrici dell’intera serie furono acquistate dalla Calcografia Reale che, in virtù della costante richiesta, continuò a stamparle per tutto il secolo successivo, al punto che sono documentate tra le sette e le otto edizioni, senza contare le tirature ricavate per essere offerte dallo stato come doni o omaggi. Nel corso di queste ristampe, fin dal 1805, le sei tavole raffiguranti i ritratti equestri dei ritratti spagnoli insieme a quello di Gaspare Guzman conte di Olivares, vennero proposte come una serie a sé, con il titolo “Caballos de Velázquez”. Gli esemplari Coronini appartengono sicuramente a queste tirature ottocentesche, come suggerisce la generale debolezza del segno percepibile in tutti i fogli.

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BIBLIOGRAFIA

Bragaglia Venuti C., Schede, in Gli animali della nobiltà. Dalla caccia al salotto tra status symbol, allegoria e affetti, Gorizia 2021