Cort Cornelis, XVI

Oggetto
stampa smarginata di riproduzione
Soggetto
martirio di sant'Agata
Titolo
S. Agatha
Autore
Cort Cornelis (1533 ca./ 1578) - incisore
Clovio Giorgio Giulio (1498/ 1578) - inventore
Cronologia
1567
Materia e tecnica
carta/ bulino
Misure foglio
mm - altezza 205, larghezza 202
Codice scheda
S_8525
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Coronini Cronberg
Fondazione Palazzo Coronini Cronberg
Iscrizioni

nel margine in basso al centro: S. AGATHA

nel margine in basso al centro: Romae 1567

Nel 1567, sull’onda di una fama ormai consolidata grazie alla collaborazione con Tiziano, Cornelis Cort decise di trasferirsi a Roma, dove iniziò una proficua collaborazione con diversi editori e artisti, tra i quali Taddeo e Federico Zuccari, Girolamo Muziano e l’artista dalmata Giulio Clovio. Considerato il più grande miniatore dei suoi tempi, definito da Vasari “piccolo e nuovo Michelagnelo”, Clovio fin dai suoi esordi aveva sempre manifestato una particolare attenzione per l’incisione, soprattutto per l’opera di Dürer, dal quale aveva tratto più volte ispirazione. Tuttavia, fatta eccezione per l’immagine raffigurante San Giorgio e il drago, realizzata nel 1542 da Enea Vico, non si ha notizia di altre stampe ricavate da suoi disegni fino all’arrivo di Cort. Tra le ragioni che indussero Clovio, in questa fase tarda della sua carriera, ad affidare la traduzione a bulino delle proprie invenzioni all’incisore olandese, con il quale cooperò in una sorta di rapporto esclusivo, vi era certamente il desiderio di favorire la divulgazione delle sue creazioni e di consolidare la propria notorietà. Sembra inoltre che dopo il 1560 l’anziano miniatore, affetto da problemi alla vista, non fosse più in grado di eseguire lavori complessi come in passato. Proprio per questo i disegni preparatori per incisioni sono considerati oggi particolarmente preziosi per giudicare l’evoluzione del suo stile, dal momento che non sono note miniature riconducibili a quest’ultimo periodo della sua vita. Le stampe, esclusivamente di soggetto religioso, mostrano infatti come Clovio avesse ormai abbandonato il michelangiolismo e gli scorci arditi delle sue opere giovanili, a favore di composizioni più semplici e immediate, in linea con le disposizioni della Chiesa controriformata. In tale clima si inserisce perfettamente la rappresentazione del Martirio di Sant’Agata, la cui invenzione, già riferita da Heinecken a Taddeo Zuccari, è stata ricondotta a Giulio Clovio da Kukuljević Sakcinski e da Mariette.

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BIBLIOGRAFIA

Bragaglia Venuti C., Schede, in Stampe del XV e del XVI secolo, Gorizia/ Torino 2011