Giaconi Vincenzo, XIX

Oggetto
stampa di riproduzione
Soggetto
ritratto di nobile uomo: Francesco Maria Steffaneo
Titolo
Franciscus Maria s.r.j. Lib:baro et dnus a Carnea Steffaneo de Tapogliano baro in Cronheim et Eppenstein magna regni Hungariae
Autore
Giaconi Vincenzo (1760/ 1829) - disegnatore/ incisore
Cronologia
1802
Materia e tecnica
bulino e granito
Misure impressione
mm - altezza 220, larghezza 155
Misure foglio
mm - altezza 405, larghezza 285
Codice scheda
S_124823
Collocazione
Trieste (TS)
Sede del Dipartimento studi umanistici
smaTs. Archivio degli scrittori e della cultura regionale. Lascito Fonda Savio
Iscrizioni

L’incisione, realizzata nel 1802 come si legge nell’esemplare della stampa conservata al Museo Correr (L. Gosparini, Vincenzo Giaconi (1760-1829) incisore. Catalogo delle opere, “Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti”, CLVIII (1999-2000), p. 454), mostra il barone Francesco Maria Carnea Steffaneo (Tapogliano 1759 – Vienna 1825) un importante politico, letterato ed educatore di origine friulana. Ricoprì la carica di Commissario aulico Plenipotenziario imperiale per Istria, Dalmazia e Albania dal 1801 al 1804, la stessa carica segnalata nell’iscrizione riportata in calce ed è probabilmente per questo che la sua effige è presente tra i ritratti della collezione Fonda Savio. Dal 1802 al 1807 fu anche il precettore dell’erede al trono imperiale, nonché futuro imperatore, Ferdinando I d’Austria, e fu inoltre consigliere intimo dell’imperatore Francesco I d’Austria (I. Pelikan, Francesco Maria Carnea di Steffaneo, Ein Edelmann aus Friaul im Dienste des Kaisers Franz II, Vienna, 1986). L’incisore Vincenzo Giaconi si era formato nella bottega di Marco Alvise Pitteri, a quel tempo uno dei più famosi specialisti del bulino, dove apprese a disegnare e a incidere con quello strumento. Nelle sue numerose opere incise Giaconi seguì la tecnica del maestro, detta «a un solo taglio», consistente in una serie di segni sulla matrice paralleli, verticali o diagonali, senza incroci. A differenza di Pitteri, per dare maggior morbidezza ai particolari fece uso della puntasecca e a volte, come nel caso dell’opera in esame, anche della tecnica della granitura per trattare le carni. Tra i vari esemplari noti del ritratto di Steffaneo ci sono alcune variazioni nella lunga iscrizione in calce all’ovale con il ritratto, e per questo è stato ipotizzato l’uso di una lastrina indipendente.

BIBLIOGRAFIA

De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024