organo, Ditta Fratelli Rieger Gebrüder, bottega triestina

Oggetto
organo grand'organo
Autore
Ditta Fratelli Rieger Gebrüder costruttore - laboratorio
Ambito culturale
bottega triestina - esecuzione cassa/ cantoria
Cronologia
1894
1894 ca.
Materia e tecnica
zinco - stagno - ottone - piombo - legno di rovere/ intaglio - legno di ebano - ceramica - legno/ intaglio - legno di abete
Misure
cm - larghezza mnr, profondità mnr
Collocazione
Trieste (TS)
chiesa della Beata Vergine delle Grazie
Codice scheda
SMO_20
Iscrizioni

Kirchcn-Concert-Orgel uncl Hannoniun, Fabrik / IN JAEGERNDORF GEBRUDER RtEGER 0EST. SCHLESIEN.

opus / 441

L'organo è racchiuso in una cassa la cui eclettica architettura si conforma al rosone della parete di fondo. La parte superiore del mobile si compone di due baldacchini laterali in avancorpo sostenuti da colonne e con cornice superiore che si prolunga nelle cimase circolari; i fornici, a tutto sesto, propongono piccoli archi binati. Al centro si apre un arco sostenuto da lesene con ai lati strutture architettoniche a due ordini con "organetti morti". Il basamento della cassa è scandito da arcatelle cieche e, superiormente, reca una fascia dorata ed intagliata a motivi geometrici. Il mobile, di legno tinto di marrone, è abbellito da cornici, capitelli dorati e da due teste angeliche scolpite ed applicate sul centro delle due cimase. La cantoria poggia su un robusto architrave sostenuto da mensole; il poggiolo, balaustrato con largo corrimano, reca al centro ed in aggetto la consolle dell'organo.

L'organo fu commissionato ai Fratelli Rieger di Jagerndorf (Sudeti) da Julius Kugy (Gorizia 1858 - Trieste1944), che ne fu anche proprietario vita natural durante. In virtù di un contratto stipulato con i Padri Mechitaristi di Vienna, proprietari dell'edificio da loro costruito nel 1859, il Kugy avrebbe potuto esercitarsi sullo strumento ogni giornodalle ore 10 alle 22 e tenere audizioni riservate ad amici ed ammiratori: da parte sua egli si impegnava a suonare durante le messe festive. Dopo la sua morte l'organo sarebbe diventato proprietà della chiesa. Il progetto fu elaborato dallo stesso Kugy, che escluse volutamente le ance. Secondo le sue intenzioni, la mistura doveva riuscire di tipo italiano, non sguaiata, ma dolce e argentina. Per ragioni di spazio (la cantoria è poco profonda) dovette rinunciare al Principale 16', e per motivi economici, «ad una viola di quattro piedi e o chiare fìle di due piedi». Lo strumento per il montaggio, giunse a Trieste nel novembre del 1894. Il Kugy ne fu entusiasta. Su questo organo d'impostazione romantica, con netta prevalenza degli otto piedi, Kugy si beava a suonare musiche barocche e classiche (Bach, Buxtehude ed i prebachiani, senza escludere Frescobal­di) che postulano tutt'altre sonorità. Ad ogni modo, sia come sia, è su questo strumento che Trieste conobbe sistematicamente le grandi composizioni organistiche di Bach, e in questo sta la valenza storica sia di Kugy che del suo piccolo organo. Quando dopo la Seconda guerra mondiale la chiesa degli Armeni fu concessa in uso alla comunità tedesca, la musica ritornò ad essere curata con intendimenti artistici.

Leggi tutto

BIBLIOGRAFIA

Radole G., La Diocesi di Trieste, Udine: Pizzicato Edizioni musicali 2002

Radole G., Schede, in Organi restaurati del Friuli-Venezia Giulia. Interventi di restauro della Regione Friuli-Venezia Giulia dal 1976 al 1993., Udine 1994, 23