Chiesa della Beata Vergine Addolorata, Gradisca d'Isonzo

Localizzazione
Gradisca d'Isonzo (GO)
Oggetto
chiesa
Denominazione
Chiesa della Beata Vergine Addolorata
Altra denominazione
Chiesa dei Padri Serviti, Chiesa della Madonna Addolorata
Ambito culturale
ambito veneto
Uso storico
culto - stalla/ magazzino
Uso attuale
culto
Codice scheda
A_1942
Iscrizioni

1481/03/08 - 1481/03/08
Un documento dell'8 marzo 1481, conservato nell’Archivio di Stato a Venezia, attesta l’intenzione di erigere la nuova chiesa, da intitolarsi a S. Salvatore, nei pressi dell’omonima “chiesiola” parrocchiale. Il Doge Mocenigo intendeva provvedere alla salute spirituale degli abitanti della fortezza; il doge, inoltre sceglie di mandare nella città una “colonia” di Padri Serviti veneziani che arriveranno alla fine del 1481.

1481 - 1499
Questa chiesa fu per tre secoli annessa ad un convento. La sua costruzione risale al 1481, quando per volontà della Repubblica di Venezia nella Fortezza di Gradisca, si insediarono i Serviti. A progettarla, pare, sia stato Alberto da Lugano.

1481 - 1498
Verso la fine del 1481 si comincia ad edificare la Chiesa Maggiore con a fianco un piccolo organismo conventuale: “il conventino”. I lavori di costruzione si concludono nel 1498. Gradisca rispetta nell’impianto urbanistico lo schema dell’accampamento romano a maglia ortogonale, nel quale nessun edificio è privilegiato e, di conseguenza, la chiesa viene traccita in allineamento con le altre case.

1505/08/06 - 1505/08/06
Il 6 agosto 1505 la chiesa viene solennemente consacrata al culto. L’edificio si trova edificato fra le due principali arterie urbane che al tempo collegavano la “Bastida”, il castello, alla Porta settentrionale o Nuova e la via che collegava la chiesa alla Porta Occidentale. In mancanza del Castello, che verrà costruito nel 1585, la chiesa, in quel momento l’edificio più importante avrebbe potuto servire quale ultimo baluardo di difesa nel caso di supermento delle mura.

1570 - 1570
Dal rapporto della visita apostolica dell’Abate Bartolomeo Conte di Porcia nel 1570, nel manoscritto, conservato presso la biblioteca di Udine, si sa che la chiesa aveva, oltre all’altare maggiore, altri quattro altari laterali, esisteva un coro probabilmente con sedili in legno; inoltre la chiesa disponeva di una sacrestia e di una torre con unica campana.

1568 - 1568
Per volere del conte Giacomo d’Attems quinto rappresentante in carica della fortezza di Gradisca, il palazzo a fianco della chiesa viene trasformato in residenza ufficiale per i Capitani Cesarei che fino ad allora risiedevano nella Casa dei Provveditori. Viene eretta l’ala settentrionale il cui pianoterra è riservato agli uffici della pubblica amministrazione: l’ufficio Pretorio, mentre il piano nobile è riservato alla residenza capitaniale.

1601 - 1601
Nel 1601 viene inserito l’organo.

1603 - 1603
Nel 1603 vengono apportate numerose modifiche agli altari che cambiano anche l’intitolazione

1621 - 1647
Intorno al 1621, Il capitano in carica barone Antonio de Rabatta, chiude la calle che divide la chiesa dalla residenza “Arciducale” perché vi scorre l’acqua piovana e gli abitanti hanno preso l’abitudine di servirsene “Ad evacuandum”, così l’entrata all’Ufficio Pretorio viene spostata in piazza. Inoltre vista la vicinanza dei due edifici e la loro parità in altezza il Rabatta ottiene, su concessione dei padri, che la chiesa venga unita al palazzo per poter ampliare la sua residenza. Una volta uniti risulta necessario murare un finestrone laterale della chiesa, si procede solo nella parte inferiore del palazzo, al primo piano, e viene collegata semplicemente la sala maggiore attraverso una tribuna che si collega alla navata della chiesa a livello della II campata, permettendo al de Rabatta e alla sua famiglia di andare in chiesa senza uscire di casa.

1670 - 1670
Nel 1670 si procede al restauro della sacrestia cadente.

1698 - 1698
Nel 1698 viene realizzata la cantoria nella quale è sistemato un nuovo organo.

1748 - 1748
Nel 1748 viene risistemata la chiesa, viene interessata la facciata: vengono modificati i finestroni, viene inserito l’orologio al posto dell’occhio circolare, si costruisce il portale curvo spezzato. Nelle pareti interne vengono ricavate quattro nicchie archate a tutto sesto, affiancate da lesene lisce di ordine ionico; la copertura lignea a capriate viene soffittata a volta. Probabilmente in questa fase viene ridisegnato l’arco santo, trasformandolo da sesto acuto a tutto sesto. I lavori di restauro vengono eseguiti da maestranze locali su progetto di Paolino Zuliani, gli Zuliani nel settecento conducono una bottega a carattere familiare restando la loro opera nell’Isontino. Con l’intervento del Zuliani si ridefinisce l’interno della chiesa imprimendo quell’intonazione moderatamente barocca, intervento che ha snaturato l’impianto gotico-rinascimentale creando una interruzione fra lo spazio della navata e quello presbiteriale.

1769 - 1769
Nel 1769 Maria Teresa d’Austria sostituisce i Padri Serviti veneziani con quelli tirolesi di Innsbruck.

Verso la metà del XVIII secolo il palazzo, attiguo alla chiesa, venne acquistato da Maria Teresa per 8000 fiorini.

1770/03/29 - 1770/03/29
Maria Teresa dona il Palazzo Pubblico Gradiscano ai Padri serviti

1778 - 1778
Nel 1778 vengono proibiti i depositi sepolcrali con decreto cesareo, erano saliti a circa quattrocento.

1792 - 1792
La repubblica francese dichiara guerra all’Austria e alla Prussia

1796 - 1796
Napoleone invade i domini Austriaci in Italia

1797 - 1797
Napoleone è alle porte di Gradisca

1810 - 1845
Viene decretata la soppressione del convento e l’allontanamento dei religiosi. La chiesa e il convento vengono chiusi per ordine di Napoleone e rimangono in questo stato di abbandono fino al 1845. Risulta dal testo di Alberton Tomadini che per un certo periodo, prima di venir acquistata dai coniugi Coassini, la chiesa sconsacrata fosse adibita a stalla e a magazzino.

1845 - 1845
La chiesa e il convento vengono acquistati dai coniugi Francesco Giovanni e Angela Coassini. Il Palazzo Pretorio ospita la farmacia e la sua residenza, mentre la Chiesa viene donata al comune con l’obbligo di riaprirla al culto.

1850/09 - 1850/09
Nel settembre del 1850 la chiesa viene riconsacrata al culto e in questa occasione viene intitolata alla Beata Vergine Addolorata, per quanto questa fosse già stata eletta protettrice e patrona della città nel 1744.

1917/10/27 - 1917/10/27
Il 27 ottobre 1917, in seguito alla ritirata da Caporetto, la chiese è gravemente danneggiata da un incendio. Il fuoco distrugge, ad eccezione della volta del presbiterio, dell’abside e delle murature, praticamente tutto.

1921 - 1923
La chiesa viene ricostruita nelle parti distrutte dall'incendio del 1917. I lavori di ricostruzione sono iniziati dalla ditta Vittori-Gherdol-Michelazzi, oltre al rifacimento integrale della copertura, si otturano i due finestroni della facciata e se ne apre un altro nella parte del presbiterio, viene ripristinato nella sua funzione l’occhio della facciata togliendovi l’orologio e viene costruito il pavimento in terrazzo alla veneziana, i lavori vengono eseguiti sotto il controllo del Genio Civile. A questo periodo o successivamente, ma non di molto, possono essere ascritti la costruzione della cella campanaria e la copertura del campanile rifatte in calcestruzzo.

1954 - 1954
Nel 1954 viene approvata la proposta di costruire una sala parrocchiale in adiacenza alla chiesa.

1956 - 1956
Nel 1956 hanno inizio i lavori di ristrutturazione del palazzo che verrà adibito a sala cinematografica: viene modificata la facciata per ricavarne l’accesso alla sala cinematografica, viene demolito quanto rimaneva dell’ala nord dell’edificio (ex residenza cinquecentesca degli Attems) che si trovava già in pessime condizioni. Questi lavori hanno compromesso l’unità formale del Palazzo e della Chiesa adiacente.

Chiesa con impianto ad aula conclusa da abside poligonale, con sacrestia quadrata. Le strutture verticali sono in pietra. La facciata, piuttosto spoglia, è divisa in tre fasce orizzontali da cornici marcapiani. In corrispondenza del portale, una finestra circolare costituisce l'unica apertura della facciata. A coronamento di questa, un timpano triangolare. Sulla sinistra della chiesa è addossato un fabbricato di due piani di forma longitudinale collegato alla sacrestia.

BIBLIOGRAFIA

Alberton L./ Tomadin V., La chiesa della Madonna Addolorata in Gradisca d'Isonzo. Una storia di uomini, Gradisca d'Isonzo (GO) 2007

Alberton L./ Anglisani G./ Antonello A., Gradisca Comune di Gradisca d'Isonzo, Gradisca d'Isonzo (GO)/ Monfalcone (GO) 2005

Stoppari A., La Chiesa e il Convento dei Padri Serviti di Gradisca d'Isonzo, Gradisca d'Isonzo (GO) 1991

Dove si trova