Casa canonica, Gradisca d'Isonzo

Localizzazione
Gradisca d'Isonzo (GO)
Oggetto
canonica
Denominazione
Casa canonica
Ambito culturale
maestranze locali
Uso storico
Pio Ospitale - abitazione/ bottega
Uso attuale
sede Parrocchia - abitazione parroco
Codice scheda
A_1948
Iscrizioni

La casa canonica si colloca all’angolo tra le vie Bergamas (anticamente “Ruga Cattalana”) e Battisti (in precedenza “strada delle Porte”), prospiciente il Duomo dei Santi Pietro e Paolo e la Seicentesca casa de’ Portis. L'aspetto è dovuto a rifacimenti occorsi nel XVIII secolo ed è il risultato dell’accorpamento di due edifici preesistenti e di probabili altri vani accessori. Si presenta oggi come un’architettura a pianta pressoché quadrata, con accesso principale da via Bergamas, e sviluppata per tre livelli fuori terra.
Le soluzioni decorative si ripetono per entrambe le facciate prospicienti la pubblica via. Al piano terra di via Bergamas, in posizione decentrata, si apre un portale ad arco ribassato, con cornici in pietra e piani d’imposta e chiave di volta sporgenti. I fori finestra rettangolari, invece, sono perimetrati da semplice cornice lapidea, oggetto di rifacimento successivo all’epoca di realizzazione dell’edificio. Accanto al portale, oggi occlusa, si legge la cornice lapidea di una porta: nelle prese fotografiche del precedente catalogatore (realizzate nel 1980) tale foro risultava sormontato da una semplice trabeazione lievemente sporgente rispetto al filo facciata e la porta ancora in uso. Analogamente, sul prospetto di via Battisti risulta tamponato un foro porta di maggiori dimensioni, questa volta con trabeazione modanata soprastante. Poco a Nord un ulteriore accesso all’edificio della canonica è costituito da un ingresso ad arco ribassato privo di tratti peculiari e oggetto di modifiche successive all’epoca di realizzazione del fabbricato.
I fori finestra del piano primo, invece, sono perimetrati da cornice lapidea, davanzale e trabeazione modanati ed aggettanti, anch’essi in pietra, e ribadiscono il ritmo dettato dai fori del piano sottostante. Le finestre del piano sottotetto, infine, sono di forma quadrata e non presentano tratti peculiari. Termina idealmente i due prospetti una cornice sommitale modanata, in stucco tinteggiato di colore bianco e in contrasto cromatico con le restanti superfici intonacate, di colore giallo crema, che pare poggiarsi direttamente sulle piccole finestre sottostanti.
L’asimmetria dell’impaginato di entrambi i prospetti, ed in particolare di quello principale prospiciente via Bergamas, testimonia l’accorpamento di preesistenti architetture, come confermato dalle “Cronache Parrocchiali” di don Antonio Moretti e con operazioni di riadattamento non dissimili ad altre architetture coeve del centro storico cittadino.

Le prime notizie relative al fabbricato si devono al parroco don Antonio Moretti, sagrestano e sacerdote della precedente chiesa di San Salvatore dal 1736 al 1792, nonché ideatore ed autore delle “Cronache Parrocchiali”: un documento prezioso poiché, oltre a narrare fatti di cronaca – appunto – che interessarono Gradisca nei secoli XVI, XVII e XVIII, ricostruiva tramite ricerche d’archivio (e, in parte, con documenti oggi perduti) la storia della casa canonica dal 1481, anno di fondazione della antica chiesa di San Salvatore, al 1736, anno della sua nomina a parroco della cittadina.
All’interno delle “Cronache” il Moretti scriveva che l’attuale canonica era in realtà il risultato dell’accorpamento di due abitazioni di proprietà del Pio Ospitale, sorto già nel tardo XV secolo ad opera della confraternita di San Salvatore, con lo scopo di fornire aiuto sanitario al presidio militare della fortezza. Le due piccole casette, di proprietà di Stefano de Grosabbia e Bernardino da Lodi e una delle quali anche da tempo abitazione del “nonzolo” (il sagrestano), furono cedute rispettivamente nel 1502 e nel 1517 all’Ospitale.
Gli spazi che tali fabbricati fornivano erano esigui e poco luminosi, ma nonostante l’accorpamento (leggibile dall’irregolarità del ritmo delle aperture in facciata) non risultarono mai sufficienti ed adatti allo scopo. Nel 1627, grazie ad un lascito dei nobili Corona, il Pio Ospitale ottenne molte terre e la dimora familiare, Casa Corona, prospiciente ruga Cattalana e poco distante dalla chiesa: fu qui che venne definitivamente spostato nel 1643. Dal 1680 si sa, sempre dalle parole del Moretti, che l’attuale casa canonica era stata data in affitto a tal Francesco Tozzi, “calderaro” di professione, che aveva insediato negli ambienti all’angolo tra le due vie il proprio, rumoroso laboratorio, che con la sua fervente attività disturbava persino le funzioni religiose.
Soltanto dal 1717 vi si stabilirono i parroci. Il primo, autore delle modifiche che portarono all’assetto odierno dei prospetti, fu don Antonio Giuseppe de’ Comelli, che vi abitò con il fratello. Da allora, il fabbricato assunse definitivamente il ruolo di casa canonica.
Oggetto di interventi di manutenzione straordinaria nel 1976 con la sostituzione parziale di alcuni solai, l’edificio è stato nel 2008 oggetto di restauro conservativo: in particolare, il progetto (oltre ad interventi di rinforzo strutturale e redistribuzione dei vani interni) ha permesso il recupero su una parete del piano terreno di un affresco, rappresentante Cristo crocefisso ed alcuni santi, molto antico, con buona probabilità antecedente alla canonica stessa. La datazione è incerta (XVI secolo?), ma la presenza delle travi del solaio interpiano che intercettavano ed in parte danneggiavano le figure ha valorizzato l’ipotesi che l’opera fosse già presente prima dei lavori di riadattamento della canonica.

L'edificio, distribuito su due livelli e piano sottotetto, presenta: strutture in elevato in muratura continua mista, in laterizio e pietra, intonacata e tinteggiata di colore giallo crema; solai interpiano con struttura in legno. La copertura è a falde con manto di copertura in coppi, in laterizio.

BIBLIOGRAFIA

Corbellini R./ Masau Dan M., Gradisca 1479-1511: storia di una fortezza, Gradisca d'Isonzo (GO) 1979

Masau Dan M., Fortezza di Gradisca. Gradisca d'Isonzo/ Gorizia, Reana del Rojale 1986

GRADISCA, Gradisca : città fortezza, città giardino, Monfalcone (GO) 1999

VENEZIA NON GUERRA, "Venezia non è da guerra." L'Isontino, la società friulana e la Serenissima nella guerra di Gradisca (1615-1617), Udine 2008

Lorenzon Radolli G., La chiesa di S. Salvatore di Gradisca nei secoli XVII e XVIII: storia e arte, Tolmezzo (UD) 2013

Dove si trova