Casa Toscani, Gradisca d'Isonzo

Localizzazione
Gradisca d'Isonzo (GO)
Oggetto
casa
Denominazione
Casa Toscani
Ambito culturale
maestranze locali
Uso storico
abitazione e stalla
Uso attuale
uffici - abitazione
Codice scheda
A_1951

Realizzata a partire dalla metà del XVII secolo, Casa Toscani costituisce un imponente blocco edilizio a pianta pressoché quadrata che occupa gran parte dell’isolato tra via Battisti e via della Campagnola e affaccia sulla cinquecentesca Porta Nuova. Il prospetto principale risulta essere quello su Largo Porta Nuova, caratterizzato nella sua porzione centrale da un imponente portale rustico, con piedritti e piattabanda a bugne sfalsate, sormontato da un terrazzino a sua volta costituito da piana con bordo modanato e mensole a voluta in pietra e parapetto metallico, successivo all’epoca di realizzazione dell’edificio. Una porta finestra con terminazione ad arco e mascherone in chiave completano la fascia centrale della facciata, che risulta tuttavia fortemente disassata: come nel caso di altri edifici coevi, la asimmetria dei prospetti costituisce - oltre che segno distintivo dell’edilizia gradiscana dell’epoca - anche probabile testimonianza di un riadattamento di strutture preesistenti. Il prospetto su via della Campagnola, per quanto anch’esso presenti elementi di pregio, appare essere secondario rispetto a quanto appena descritto. In posizione decentrata si rileva la presenza di un portale rustico ad arco ribassato, con piedritti e centina a bugne sfalsate, sormontato da balconcino lapideo (sorretto nella sola parte centrale da due piccole mensole) su cui si apre una serliana con elemento centrale con arco a tutto sesto sormontato da trabeazione rettilinea. Una bassa fascia basamentale intonacata, a contrasto con le restanti superfici, unisce idealmente i due prospetti, caratterizzati dalle medesime soluzioni decorative per i fori architettonici. Le finestre del piano terra, infatti, appaiono perimetrate da una semplice cornice lapidea, in parte oggetto di rifacimenti successivi e recenti per esigenze commerciali: solo alcune finestre conservano le inferriate. Al primo piano, invece, davanzali sorretti da mensoline e trabeazioni rettilinee risultano finemente modanati e lievemente aggettanti. Infine, al secondo e ultimo livello dell’edificio i fori finestra si abbassano, assumendo una forma pressoché quadrata, e ancora una volta l’ornamento è dato dalla sola cornice lapidea, cromaticamente in contrasto con la superficie intonacata di colore rosso-bruno. L’elemento caratterizzante Casa Toscani, tuttavia, è il suo cortile interno. Fori architettonici diversi per forma e dimensione si aprono sul primo livello, delimitato inferiormente da un basamento lapideo o da pochi gradini con terminazione a toro, e superiormente da una semplice cornice marcapiano. Quest’ultima costituisce ideale appoggio per il primo livello di due di un interessante loggiato: al piano primo si susseguono archi a tutto sesto, mentre al livello superiore, separato dal precedente da una cornice marcapiano caratterizzata da guttae in lieve rilievo e modanature aggettanti, tre archi ribassati sono scanditi da lesene “interrotte” da un elemento che funge da piano d’imposta per gli archi stessi e terminanti con capitelli legati tra loro da una cornice sommitale. Quest’ultima, rettilinea, aggetta lievemente in prossimità degli elementi verticali prima descritti.

Casa Toscani si colloca nella porzione più a Nord della città intra-moenia, a ridosso della settentrionale Porta Nuova o “Porta di Allemagna” e sul luogo, con buona probabilità, di strutture un tempo adibite al ricovero di soldati e cavalli dell’esercito veneziano. Pienamente seicentesca, casa Toscani è ascrivibile nella sua edificazione al periodo comitale degli Eggenberg, epoca di grande benessere e sviluppo urbanistico per Gradisca, in particolare a partire dalla seconda metà del secolo XVII, quando Francesco Ulderico della Torre (Sagrado, 1629 – Venezia, 1695) ne era capitano. Risale a questi decenni la realizzazione di diversi interventi di edilizia pubblica, come il monumentale Monte di Pietà, nonché la costruzione di fastose ed imponenti residenze private come palazzo de’ Comelli – Stuckenfeld, indiscusso riferimento per le architetture circostanti. Pur differenti negli apparati ornamentali, le architetture seicentesche gradiscane sono tuttavia accomunate dai portali centinati e dai balconi sporgenti, ma soprattutto dalle grandi dimensioni: le fabbriche, infatti, occupano porzioni considerevoli degli isolati in cui si sviluppano e presentano interessanti soluzioni anche nei loro spazi più privati, come le corti o i giardini. Ad eccezione di Palazzo de Fin-Patuna, pienamente settecentesco e la cui edificazione interesserà i decenni successivi, non si rilevano più interventi architettonici così significativi nella seconda metà del Settecento (a partire, cioè, dalla riunificazione della contea di Gradisca con quella di Gorizia) da trasformare ancora una volta l’aspetto del centro cittadino ed in particolare delle sue quattro principali “rughe”.

L'edificio, distribuito su due livelli e piano sottotetto, ha strutture verticali in muratura continua, in laterizio e pietra, intonacata e tinteggiata di colore rosso bruno. La copertura è a falde con manto di copertura in coppi, in laterizio.

BIBLIOGRAFIA

GRADIS'CIA, Gradis'cia, Udine 1977

Corbellini R./ Masau Dan M., Gradisca 1479-1511: storia di una fortezza, Gradisca d'Isonzo (GO) 1979

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GRADISCA, Gradisca : città fortezza, città giardino, Monfalcone (GO) 1999

VENEZIA NON GUERRA, "Venezia non è da guerra." L'Isontino, la società friulana e la Serenissima nella guerra di Gradisca (1615-1617), Udine 2008

Antonello A., Case e palazzi di Gradisca XV-XVIII. Lo sviluppo urbanistico ed architettonico della fortezza fra il XV ed il XVIII secolo, Gradisca d'Isonzo (GO) 2017

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