Casa de' Zattoni, Gradisca d'Isonzo

Localizzazione
Gradisca d'Isonzo (GO)
Oggetto
casa
Denominazione
Casa de' Zattoni
Ambito culturale
maestranze locali
Uso storico
abitazione - Capitanato Distrettuale - pretura - Ufficio Tavolare - ufficio postale
Uso attuale
istituto bancario - casa di civile abitazione - ambulatorio medico
Codice scheda
A_2127

Casa Zattoni appare agli occhi dell’osservatore come un imponente edificio a blocco, a pianta rettangolare, collocato all’angolo tra via Antonio Bergamas e la più stretta Calle Corona. Realizzato nel corso del secolo XVIII, il fabbricato ricalca per le notevoli dimensioni ed alcune soluzioni formali l’attiguo Mone di Pietà, esempio di architettura pubblica voluta nel tardo XVII secolo da Francesco Ulderico della Torre, capitano di Gradisca. Sviluppato per quattro livelli fuori terra, oltre che per l’imponenza Casa Zattoni si caratterizza per alcune soluzioni decorative che la rendono riconoscibile all’interno del centro storico cittadino. Al piano terra, infatti, un portale centinato con piedritti e ghiera bugnati funge da ideale asse di simmetria sia per l’impaginato dei prospetti, sia per la distribuzione in pianta, tripartita. La porzione centrale, tuttavia, risulta priva di decori o fori architettonici ai livelli successivi, né si spiegano le maggiori dimensioni dei fori finestra contigui alla prima: è probabile che in origine fosse previsto un ulteriore elemento centrale, similmente a numerosi altri edifici del centro storico, come un balcone lapideo poi non realizzato. Come detto, sebbene disposte simmetricamente rispetto al portale, le finestre presentano dimensioni differenti. I fori alle estremità del prospetto si presentano privi di particolari elementi decorativi, fatta eccezione per la cornice lapidea e la trabeazione modanata, lievemente aggettante. Tali elementi sono ripetuti identici anche ai piani primo e secondo. Le due finestre in prossimità del portale, invece, presentano cornice decorata con scanalatura ed elementi a bugne alternate, sui piedritti e in chiave, impostata su un davanzale anch’esso lapideo modanato ed aggettante rispetto il filo facciata. Tale decoro non è poi ribadito ai piani superiori, dove invece, seppur con dimensioni maggiori, i fori finestra ripropongono i medesimi elementi decorativi prima descritti. Le finestre del piano terzo, infine, presentano semplice cornice lapidea a contrasto cromatico con le superfici intonacate, di colore giallo, ed una cornice in intonaco bianco lievemente sporgente che funge da ideale prosieguo della parte superiore delle cornici stesse. A rimarcare il distacco tra il piano terra ed i livelli superiori la scelta di una tinteggiatura diversa, di colore bianco, e la presenza di una cornice marcapiano modanata, ma entrambe le soluzioni si interrompono all’angolo, dove cantonali in pietra carsica spiccano e concludono visivamente la facciata principale (soluzione già adottata nel confinante Monte di Pietà). Ideale terminazione in alzato è invece costituita dalla cornice sommitale, modanata, che in parte occlude la visione della struttura lignea della copertura (leggibile per metà circa della sua estensione dal prospetto laterale). Il prospetto su Calle Corona ripropone unicamente le cornici lapidee per ciascun foro finestra, ad eccezione di quelli del terzo piano, perimetrati da cornice semplicemente dipinta. Le superfici intonacate sono interamente tinteggiate di colore giallo. Infine, un basso rivestimento in pietra – realizzato successivamente all’epoca di costruzione dell’edifico -funge da ideale basamento a Casa Zattoni. Il prospetto laterale, fatta eccezione per la ripartizione tra piano terra e livelli successivi qui non adottata, presenta per i fori architettonici le medesime soluzioni formali. In particolare, si rilevano in posizione decentrata bifore rettangolari con semplice cornice lapidea: ripetendosi a tutti i livelli e risultando sfalsate rispetto alla quota delle finestre attigue, rivelano la presenza del retrostante corpo scala. La quota di gronda, infine, non è costante: mentre il corpo a “L” prospiciente via Dante Alighieri raggiunge pressoché la medesima altezza del palazzo contiguo, il corpo a pianta rettangolare che si sviluppa unicamente su calle Corona risulta lievemente più basso, avvallando l’ipotesi di una sua aggiunta successiva o dell’accorpamento di preesistenti edifici.

Il periodo di maggiore benessere e sviluppo urbanistico per Gradisca si ebbe nel periodo comitale degli Eggenberg ed in particolare nella seconda metà del secolo XVII, quando Francesco Ulderico della Torre (Sagrado, 1629 – Venezia, 1695) ne era capitano. Risale a questi decenni la realizzazione di diversi interventi di edilizia pubblica, come il monumentale Monte di Pietà, nonché la costruzione di fastose ed imponenti residenze private come le case Toscani, de’ Zattoni e de’ Comelli – Stuckenfeld, quest’ultima indiscusso riferimento per le architetture circostanti. Pur differenti negli apparati ornamentali, queste architetture sono tuttavia accomunate dai portali centinati e dai balconi sporgenti (non realizzato in casa de’ Zattoni), ma soprattutto dalle grandi dimensioni: le fabbriche, infatti, occupano porzioni considerevoli degli isolati in cui si sviluppano e presentano interessanti soluzioni anche nei loro spazi più privati, come le corti o i giardini. Ad eccezione di Palazzo de Fin-Patuna, pienamente settecentesco e la cui edificazione interesserà i decenni successivi, non si rilevano più interventi architettonici così significativi nella seconda metà del Settecento (a partire, cioè, dalla riunificazione della contea di Gradisca con quella di Gorizia) da trasformare ancora una volta l’aspetto del centro cittadino ed in particolare delle sue quattro principali “rughe”. Da dimora nobiliare, l'edificio ha subito trasformazioni (non sostanziali) per ospitare a partire dal XIX secolo diversi uffici pubblici: Capitanato Distrettuale, Pretura, Ufficio Tavolare, Ufficio Postale per essere ad oggi impiegato come Istituto bancario.

L'edificio, distribuito su tre livelli e piano sottotetto, presenta strutture in elevato in muratura continua mista, in laterizio e pietra, intonacata e tinteggiata di colore bianco al piano terra, giallo crema ai livelli superiori. La copertura è a falde e padiglione con travi lignee, tavelle e manto di copertura in coppi, in laterizio.

BIBLIOGRAFIA

Corbellini R./ Masau Dan M., Gradisca 1479-1511: storia di una fortezza, Gradisca d'Isonzo (GO) 1979

Masau Dan M., Fortezza di Gradisca. Gradisca d'Isonzo/ Gorizia, Reana del Rojale 1986

GRADISCA, Gradisca : città fortezza, città giardino, Monfalcone (GO) 1999

VENEZIA NON GUERRA, "Venezia non è da guerra." L'Isontino, la società friulana e la Serenissima nella guerra di Gradisca (1615-1617), Udine 2008

Dove si trova