Casa Novelli, Gradisca d'Isonzo

Localizzazione
Gradisca d'Isonzo (GO)
Oggetto
casa
Denominazione
Casa Novelli
Ambito culturale
edilizia militare veneziana tardo-quattrocentesca
Uso storico
caserma - corpo di guardia
Uso attuale
in disuso - abitazione
Codice scheda
A_2133
Iscrizioni

Casa Novelli si configura come un edificio a “C” sovrapposto alla cinquecentesca Porta Nuova, ricostruita nel primo dopoguerra sul sedime di una caserma distrutta. Al piano terra, affacciati su via Battisti, due ambienti a pianta rettangolare distribuiti simmetricamente rispetto alla Porta delle mura costituiscono i primi due di cinque enti in cui l’intero edificio è frazionato. Vi si accede dal cortile interno della Porta, largo dalla quale avviene l’ingresso a tutte le abitazioni. Due ulteriori piccoli spazi si aprono nella porzione Nord di Porta Nuova, ricavati nella profondità delle mura: mentre il vano a Est risulta illuminato da una ampia finestra con cornice lapidea e inferriata metallica e da una porta con sovrapporta (anch’esso dotato di inferriata), il vano a Ovest – attiguo alla piccola Cappella – è inaccessibile poiché l’accesso è stato murato. Entrambi gli ambienti, tuttavia, sono oggi in stato di abbandono. Su Largo della Porta si aprono due spazi, anch’essi simmetrici, porticati, individuati da due archi a tutto sesto poggianti su pilastro in pietra centrale e con copertura voltata a crociera. Tali spazi proteggono gli accessi alle unità abitative e, a Ovest, ospitano la piccola Cappella detta della “Madonna della Porta”: essa, infatti, si colloca all’ingresso dell’antica “Caserma della Porta” ed è anche detta “Madonna della Guardia” poiché qui i soldati avevano il compito di sorvegliare gli ingressi alla fortezza. L’originale pala d’altare che ritraeva la Madonna di Monte Santo scomparve nel corso della Grande Guerra, forse distrutta o sottratta, e venne sostituita con l’attuale a firma della pittrice Mercede Sergi: ritrae una Madonna con Bambino e due putti reggenti la Porta Nuova e lo stemma di Gradisca. L’opera fu inaugurata il 31 maggio 1938. L’altare, inaugurato il 31 maggio 1945, fu realizzato invece dallo scultore Giovanni Battista Novelli. Il dipinto è racchiuso da un basamento in marmo policromo a disegni geometrici, che funge da ideale appoggio per due semicolonne marmoree, dal fusto liscio di colore grigio e con basamento e capitello a volute in marmo rosso, reggenti a loro volta una trabeazione modanata policroma. Conclude idealmente la cappella un timpano curvilineo, con festoni e volute, al cui centro è decorato da un ovale lapideo con l’effige di Cristo. Le unità abitative in uso si sviluppano ai livelli superiori e sono raggiungibili da due corpi scala in pietra, posti parallelamente rispetto alla facciata principale. Due appartamenti occupano la porzione centrale e orientale dell’edificio, con affaccio su via Battisti, Largo Porta Nuova e l’attiguo Torrione di San Giorgio. Il quinto e ultimo ente, invece, si sviluppa su due livelli nella porzione Ovest del fabbricato. Il prospetto principale dell’edificio affaccia sulla lunga via Battisti, in origine “strada della Porta Nuova”. Perfettamente simmetrico nell’impaginato, esso è ripartito centralmente dall’alto portale centinato, caratterizzato da piedritti e ghiera a bugne sfalsate e chiave di volta con stemma in rilievo. Al piano terra si conservano le cornici dei fori finestra originali: caratterizzate da una semplice lavorazione al perimetro, esse sono sormontate da una piccola trabeazione a sezione semicircolare, mentre superiormente è visibile un arco di scarico ribassato con ghiera in laterizio; le finestre sono, inoltre, dotate di inferriate metalliche. I fori finestra dei livelli superiori, invece, presentano cornice in pietra oggetto di rifacimento successivo alla data di costruzione dell’edificio. Rimarca la simmetria dell’intera facciata la bifora dell’ultimo piano, collocata in asse con il grande portale. L’intero prospetto è privo di strato di finitura, dunque è ben leggibile la variazione di tessitura muraria dovuta ai rimaneggiamenti occorsi nei secoli: la regolarità dei conci lapidei, pur di varia pezzatura, dei primi due livelli cede il passo a partire dalla porzione superiore delle cornici delle finestre al primo piano ad una tessitura irregolare e varia che interessa pienamente il secondo piano. La facciata è, infine conclusa lateralmente da cantonali in pietra, mentre due ulteriori stemmi collocati tra primo e secondo piano completano l’apparato decorativo. I prospetti su Largo Porta Nuova, il cortile interno delle mura, conservano una finitura a intonaco, a contrasto con le cornici lapidee delle finestre del primo piano, riconducibili alla configurazione originaria dell’edificio, e con altri elementi in pietra come i cantonali e l’imbotte della porta stessa, nonché con le superfici a vista delle mura storiche. Le finestre del piano secondo, invece, risultano prive di elementi peculiari, fatta eccezione per un’unica finestra, che affaccia direttamente sul retrostante parco della Rotonda, caratterizzata da una cornice finemente lavorata, semi-ottagonale, con decori geometrici e sormontata da trabeazione modanata: unica peculiarità di un edificio nato per esigenze puramente difensive (posto di guardia e caserma), è probabilmente frutto di un rifacimento successivo o del riutilizzo di materiali di recupero. Infine, il prospetto Est di Casa Novelli affaccia direttamente sul Torrione di San Giorgio. Risulta privo di elementi decorativi particolari, fatta eccezione per una piccola torricella angolare, aperta sui quattro lati all’ultimo livello, ed un avancorpo di dimensioni ridotte distribuito su die piani. Su quest’ultimo si aprono una porta con trabeazione modanata al piano terra verso Est ed una finestra ad arco, con ghiera decorata e trabeazione modanata al primo piano verso Sud. Completa l’apparato ornamentale una nicchia finemente lavorata, su fondo a mosaico, con volute e decorazioni floreali.

La storia della fortezza di Gradisca ha inizio nell’ultimo quarto del XV secolo. Dopo ripetute incursioni dell’esercito ottomano nei territori dell’isontino (allora sotto il governo della Repubblica di Venezia), dal 1479, sotto la direzione degli ingegneri militari Enrico Gallo e Giovanni Borella e del provveditore Giovanni Emo ebbe inizio la realizzazione del primo nucleo fortificato e del borgo di Gradisca, costruito su una maglia regolare sul modello del castrum romano e con fabbricati modulari distribuiti lungo “rughe” ancor oggi esistenti. Scaduta la ventennale tregua con il turco, nel 1497 ripresero così la costruzione e delle mura sotto la direzione dell’architetto Giacomo Contrin, il cui compito era quello di portare a compimento il perimetro delle fortificazioni verso Nord con l’edificazione dei due torrioni della Campana e di San Giorgio. Quest’ultimo venne realizzato sul sedime di preesistenti strutture, l’antica Porta di Farra, e il nuovo accesso alle mura, Porta Nuova appunto, fu realizzato lievemente più a Ovest. Si completava così il pentagono irregolare, dotato di sette torri. Nelle immediate vicinanze, i fabbricati dovevano ospitare i soldati di guardia ed i loro cavalli. Tra il 1615 e il 1617 la rivalità tra gli Asburgo e la Serenissima si riaccese nella “guerra gradiscana”, nel corso della quale – pur Gradisca resistendo all’assedio - gran parte degli edifici del borgo vennero distrutti. A seguito del conflitto la fortezza rimase pressoché immutata, fatta eccezione per la realizzazione nel corso del XVII secolo di un’ulteriore cinta protettiva e di tre rivellini rivolti a Nord-Ovest, ma i danni erano ingenti. Per far fronte alle ingenti spese della guerra, l’imperatore Ferdinando III d’Asburgo si vide costretto nel 1647 a vendere Gradisca ad un suo creditore, Giovanni Antonio di Eggenberg, che insieme ai suoi eredi la governò fino al 1717, elevandola da Capitanato a “Contea Principesca sovrana ed immediata dell’Impero Germanico”. Gli Eggenberg ne divennero proprietari a tutti gli effetti, con un’unica clausola: tenere in efficienza le fortificazioni, in modo da essere fruibili dalla casa d’Austria in caso di necessità. È al periodo di governo del capitano Francesco Ulderico della Torre (1656 – 1695) che si deve la riparazione delle fortificazioni ed in particolare di quel tratto settentrionale tanto aggredito dal fuoco nemico. La caserma sulla Porta Nuova (o Porta di Germania, anticamente), servì al suo scopo ancora per due secoli. Con la ritirata di Caporetto del 1917, nel corso della grande guerra, oltre la metà degli edifici del centro storico vennero distrutti, come scrive nella propria relazione l’ispettore alle opere di antichità e arte Alfonso Mosetti il 10 gennaio 1955. Tra questi, anche la caserma settecentesca, talmente danneggiata da conservare unicamente i muri perimetrali: un rudere che sarebbe rimasto intoccato per molti anni ancora. Risale al 1934, infatti, la proposta d’acquisto dell’edificio da parte di Giovanni Battista Novelli, gradiscano, per un importo di lire 3000 al Demanio dello Stato. Dal 1935, anno di inizio dei lavori di ricostruzione che permisero di recuperare l’antica caserma e il cortiletto di Porta Nuova (nonché la piccola cappella della “Madonna della Porta”), l’edificio porta il nome di Casa Novelli. Sempre il Mosetti scriveva nella relazione che già nel 1955 l’edificio, trasformato in residenza con cinque differenti unità abitative, necessitava di interventi di restauro per il probabile dissesto delle fondazioni di un piccolo corpo aggiunto a Ovest della struttura. Dal 1964, insieme all’intero complesso delle mura e del Castello, Casa Novelli gode della protezione della Soprintendenza grazie ad un vincolo monumentale.

L'edificio, distribuito su tre livelli, presenta strutture in elevato in muratura continua mista (con prevalenza di pietra), solo in parte intonacata e tinteggiata di colore rosa pallido (cortile di Porta Nuova). Si rileva portico con archi a tutto sesto e volte a crociera poggianti su pilastri. La copertura è a falde con travi e tavelle lignee, e manto di copertura in coppi, in laterizio.

BIBLIOGRAFIA

Corbellini R./ Masau Dan M., Gradisca 1479-1511: storia di una fortezza, Gradisca d'Isonzo (GO) 1979

Masau Dan M., Fortezza di Gradisca. Gradisca d'Isonzo/ Gorizia, Reana del Rojale 1986

GRADISCA, Gradisca : città fortezza, città giardino, Monfalcone (GO) 1999

VENEZIA NON GUERRA, "Venezia non è da guerra." L'Isontino, la società friulana e la Serenissima nella guerra di Gradisca (1615-1617), Udine 2008

Dove si trova