facciata principale
Presso il fondo archivistico di Giorgio Polli sono conservati quattro disegni di progetto del palazzo dell’Associazione Cooperativa di Credito di Gorizia, datati 1903. È verosimile supporre l’inizio dell’iter progettuale proprio nel 1903, anno dell’incarico conferito all’ingegnere triestino. L’edificio sorge nel centro di Gorizia ed è affacciato sul giardino pubblico lungo l’attuale corso Verdi. In origine il fabbricato è pensato come una palazzina ad uso quartieri d’affitto. L’edificio viene ideato secondo uno stile riferibile al tardo gotico veneziano. Sulla facciata principale sono riconoscibili sia elementi decorativi desunti dal lessico architettonico gotico sia stilemi di gusto classicista. Probabilmente Polli interpreta le sue scelte compositive quasi in chiave irredentista con evidenti rimandi alla città lagunare. Sergio Tavano (1992) nota inoltre influenze al contempo gotiche, veneto-senesi e inglesi. Nell’impostazione compositiva della facciata della palazzina goriziana si trova una stretta relazione con la Casa Treves, realizzata negli stessi anni da Polli a Trieste. In entrambi i casi si riconoscono simili elementi lessicali neofiorentini. La facciata sul corso Verdi è dotata di due avancorpi laterali, mentre l’ingresso si attesta su un piano rientrante rispetto al filo strada. Il piano terra si caratterizza per le otto finestre con arco ribassato e per il rivestimento in lastre di pietra che determina una sorta di bugnato liscio. Al centro spicca il portone d’ingresso, dotato di arco fiammeggiante, chiaro riferimento allo stile gotico. Il rivestimento lapideo avvolge entrambi gli avancorpi, fino alla sommità dell’edificio, mentre la parte centrale del prospetto è rivestita con mattoni faccia a vista. Al primo piano si trovano quattro finestroni balaustrati ad arco fiammeggiante, posti tra loro angolarmente sui due avancorpi. Sulla facciata centrale quattro monofore trilobate inscritte in arco fiammeggiante affiancano una bifora centrale che presenta le stesse caratteristiche. Un marcapiano decorato con motivo a rosette separa i primi due livelli. Al centro della facciata, tra i due piani è riportata l’iscrizione Istituto Nazionale delle Assicurazioni, scritta in caratteri gotici non originali; il testo in origine riportava la dicitura Associazione Cooperativa di Credito, poi modificata. Ancora più articolata è la facciata del secondo piano. Due bifore terrazzate trilobate con arco fiammeggiante sono disposte frontalmente sui due avancorpi; un’altra dalle stesse caratteristiche è collocata nella parte centrale della facciata in linea con quella sottostante e con il portone d’ingresso. Internamente agli avancorpi vi sono due bifore balaustrate. Sulla facciata principale quattro monofore trilobate inscritte in arco fiammeggiante sono distribuite a due a due in linea con quelle sottostanti. Anche il terzo piano risulta differente rispetto ai piani sottostanti. Le facciate degli avancorpi rivolte verso il parco presentano una trifora ad architrave, mentre nei prospetti che guardano verso l’interno si apre una bifora architravata. In facciata centrale si ripete il consueto schema delle quattro monofore affiancanti la bifora centrale, con la differenza però che in quest’ultimo livello le finestre sono connotate solamente dall’arco trilobato. In corrispondenza della parte centrale del prospetto, una fascia decorativa con motivi araldici chiude la facciata sotto il tetto, includendo gli archi trilobati delle finestre più alte. Due stemmi posti simmetricamente in facciata tra il secondo e il terzo piano completano l’ornamentazione dell’insieme. Le facciate posteriori dell’edificio riprendono in generale le caratteristiche del fronte strada, riproponendo gli stessi materiali, gli stessi elementi architettonici e lo stesso stile tardo gotico, ma utilizzando un’ornamentazione più semplice. Nella corte interna dell’edificio, nel corso del Novecento sono stati aggiunti ulteriori corpi di fabbrica collegati al nucleo originario.
Il palazzo dell’Associazione Cooperativa di Credito di Gorizia risale ai primissimi anni del Novecento. L’autore del progetto è l’ingegnere triestino Giorgio Polli che nel 1903 riceve l’incarico di realizzare una palazzina proprio di fronte al giardino pubblico lungo l’attuale corso Verdi, in una zona centralissima della città ottocentesca. Per questo suo intervento Polli sceglie uno stile riconducibile al tardo gotico veneziano, contaminato da influenze e ispirazioni che ricordano pure elementi neorinascimentali. Bifore, trifore, archi fiammeggianti, fasce e marcapiani decorati e rivestimenti di pietra e mattoni faccia a vista sono gli elementi impiegati da Polli per questo edificio inizialmente destinato a quartieri d’affitto e successivamente usato quale sede bancaria e assicurativa. Durante il primo conflitto mondiale sarà occupato prima dalle truppe asburgiche e poi dal comando italiano per assolvere al compito di quartier generale. La facciata principale è rimasta pressoché inalterata, mentre gli spazi retrostanti sono stati modificati e nella corte interna sono stati aggiunti nuovi corpi di fabbrica collegati all’edificio originario.
Strutture portanti verticali in pietra, solai in laterocemento, tetto a falde in travature di legno.
Cergol L., Il fondo degli architetti Giorgio e Carlo Polli donato ai Civici Musei di Storia e Arte di Trieste. Descrizione e inventario dei progetti, Udine 2011/ 2012
Tavano S., Cent'anni di architettura, in Guida critica all'architettura contemporanea. Friuli-Venezia Giulia, Venezia 1992
Zanni N., Eclettismo e architettura industriale: Giorgio Polli e le sue scelte stilistiche, in Arte in Friuli arte a Trieste, Udine 1980, 4