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facciata del corpo angolare di ingresso, p. 1
La villa, posta su un lotto d’angolo, è uno degli esempi più significativi di architettura residenziale signorile a Gorizia. La villa presenta una planimetria irregolare con l’ingresso principale su via Leopardi. Un accesso secondario laterale, posto invece sul viale Oriani, conduce direttamente al soggiorno. L’edificio è particolarmente articolato dal punto di vista volumetrico. Il fabbricato si sviluppa su due piani e risulta composto dall’aggregazione di corpi prismatici tra cui spicca un elemento a torre a tre piani che termina con un cornicione ad archetti impostati su beccatelli. Le coperture lignee sono a padiglione, con manti in coppi di laterizio. I prospetti sono caratterizzati dal contrasto cromatico tra i mattoni a vista dei piani superiori e la zoccolatura intonacata del livello inferiore. Sono presenti due trifore: una sul prospetto di viale Oriani e una sulla torre. L’ingresso, posto nel corpo angolare di raccordo tra la torre e il volume principale, si caratterizza per un rilevante arco in mattoni. Interessante l’apertura posta sopra l’accesso principale alla villa, con colonnine, vetrata fissa decorata a losanghe e arco tamponato sul quale è rappresentato il blasone del Comune di Gorizia. Le altre finestre sono tutte ad arco, con davanzali modanati. Nelle murature in mattoni a vista sono inseriti alcuni elementi lapidei, in ordine sparso e a fini decorativi. Fasce marcapiano modanate separano i due livelli della villa. Nel giardino retrostante – ciò che rimane dal frazionamento del parco della vicina villa Louise – esiste ancora una piccola serra a pianta ottagonale dotata di banderuola segnavento in cima e lunghe finestre di ispirazione neogotica con cuspidi decorate a vetri colorati.
Di gusto eclettico, l’edificio risale alla metà degli anni Venti e si inserisce armoniosamente nel contesto edilizio di via Leopardi, ponendosi in relazione con i fabbricati limitrofi. Lungo la strada si affacciano l’adiacente villa Reinholds di Andrea Perco, la scuola Leopardi di Riccardo Del Neri e la Cassa Distrettuale per Ammalati dell’architetto Gino Zaninovich, tutte opere realizzate negli anni Dieci, prima dello scoppio del primo conflitto mondiale. Dopo la conclusione del primo conflitto mondiale, largo Culiat è uno dei luoghi più significativi della Gorizia di inizio secolo. Via Leopardi è completata. Lungo questo viale, nel corso degli anni si sono costruiti alcuni villini, la scuola Leopardi e l’edificio della Cassa Distrettuale per Ammalati. Negli anni Trenta verrà costruita l’elegante e modernissima Casa della Giovane Italiana progettata da Mansutti e Miozzo per l’Opera Nazionale Balilla. Nel frattempo, il nuovo viale Oriani va a tagliare il parco della storica villa Louise, frazionando la proprietà. Nel giugno 1924, la contessina Nicoletta Coronini-Cromberg, proprietaria dell’appezzamento frazionato, vende a Italo Heiland parte del terreno rimasto al di là della via appena tracciata. Su questo lotto l’architetto vi costruisce la propria villa, nell’angolo prospiciente villa Louise. Nell’agosto del 1935 la villa viene acquistata dal professor Luigi Sussi (1894-1961), docente universitario a Padova, primario e direttore dell’ospedale civile. Sussi fu anche podestà di Gorizia dal 1943 al 1944. A Sussi va il merito di aver completato la costruzione della villa.
Fondazioni in pietrame; struttura portante in pietra e mattoni; solai in legno; copertura con struttura in legno e rivestimento in coppi; elementi decorativi in pietra.
Tavano S., Architettura a Gorizia, 1890-1990, in Ce fastu?, 1992, 62, n. 2