Casa de' Portis, Gradisca d'Isonzo

Localizzazione
Gradisca d'Isonzo (GO)
Oggetto
casa
Denominazione
Casa de' Portis
Ambito culturale
maestranze locali
Uso attuale
attività commerciale - in disuso - casa di civile abitazione
Codice scheda
A_4051

A pianta quasi quadrata, Casa de’ Portis ricalca nel suo attacco a terra l’impostazione planimetrica veneziana della “crozzola”, con un androne passante che mette in comunicazione la via pubblica con il cortile interno e lateralmente al quale si sviluppano gli ambienti di servizio. Tale impostazione permette, a differenza di altre architetture coeve, l’impaginato perfettamente simmetrico della sua facciata principale. Sviluppata su quattro livelli, la peculiarità di questo edificio è costituita dalle campate centrali che si sopraelevano di un piano rispetto al resto del fabbricato. Al piano terra si rileva la presenza di finestre con semplice cornice lapidea, da un’analisi speditiva e dallo stato di conservazione oggetto di aggiunta successiva all’epoca di realizzazione dell’edificio, e di un portale centrale costituito da piedritti lapidei a bugne alternate, con base e capitello lievemente modanati. Su di esso si imposta un arco a sesto ribassato, a conci alternati e chiave di volta modanata, che taglia idealmente la cornice marcapiano lievemente aggettante, ideale separazione tra la porzione basamentale ed i livelli soprastanti. Al piano primo, invece, i fori finestra sono arricchiti da trabeazione e davanzale lapidei (quest’ultimo poggiante su mensoline), lievemente aggettanti e modanati, e per una semplice cornice – anch’essa in pietra – che contrasta cromaticamente con le superfici intonacate di colore rosa pallido. Ai piani secondo e terzo (nel quale le uniche aperture sono rappresentate da una bifora), si ripetono i medesimi elementi lapidei, ad eccezione del davanzale. La struttura lignea della copertura, infine, è in parte oscurata dalla cornice sommitale e da una gronda in intonaco tinteggiato di colore bianco. Sebbene i prospetti postici delle architetture contigue risultino spesso oscurati da superfetazioni o cambi di quota del terrapieno retrostante, non lo stesso si può dire per Casa de’ Portis, che conserva ben riconoscibile la leggibilità dell’elemento centrale, caratterizzato da una sequenza in verticale di bifore sfalsate rispetto ai fori finestra contigui e che rivela la perfetta tripartizione della pianta e la presenza del corpo scale nella porzione centrale. Un elemento giustapposto, a pianta pressoché rettangolare, in parte occlude le finestre sul prospetto posteriore, senza negare tuttavia la regolarità dell’impaginato.

Casa de’ Portis si colloca nell’insula urbana costituita dalla porzione meridionale di via Battisti e caratterizzata da un fronte urbano compatto in alzato e in profondità, edificato già nella prima fase di realizzazione della fortezza sul finire del secolo XV e modificato nel Corso del Seicento. L’edificio, infatti, risale all’epoca del governo degli Eggenberg: conosciuto come un periodo aureo per la cittadina isontina, nei decenni dal 1647 al 1717 Gradisca conobbe un rilevante sviluppo dal punto di vista economico, civile, demografico ed urbanistico. È al periodo eggenbergico, appunto, che si deve la trasformazione della città da borgo fortificato a cittadella residenziale, arricchita da palazzi dall’aspetto signorile adatti ad accogliere una nobiltà sempre più numerosa, interessata a dotarsi di abitazioni consone per aspetto e sicurezza. Fra il 1650 ed il 1750 circa vennero quindi edificati quasi tutti i palazzetti nobiliari più rappresentativi ancora oggi presenti all’interno del centro storico: entro la fine del XVIII secolo era verosimilmente già terminata la realizzazione di Casa de’ Portis, insieme alle coeve Casa de’ Salamanca e Casa Wassermann, palazzetti di piccole o medie dimensioni, nonché del fastoso Palazzo de’ Comelli-Stuckenfeld, che rappresenta uno degli edifici più imponenti e qualificati della fortezza. Nelle "Cronache Parrocchiali" scritte verso la metà del XVIII secolo, don Francesco Antonio Moretti, sagrestano e sacerdote dell'attuale Duomo di Gradisca dal 1736 al 1782, si riferisce a casa de' Portis come casa "Trent" e successivamente "Longis", facendo riferimento con buona probabilità a passaggi di proprietà avvenuti nel corso del 1700. Poche le variazioni rilevate nel corso dei secoli, tra le quali la modifica di un foro finestra del piano terra, realizzata anteriormente al rilievo del precedente catalogatore e che inevitabilmente nega l’impaginato simmetrico del prospetto principale. Anche l’aggiunta di corpi accessori al prospetto postico, evidenti aggiunte successive, oscurano solo in parte la visione dello stesso, che si apre su un ampio cortile racchiuso a Est dalle mura cittadine tardo-quattrocentesche, fascia di rispetto necessaria per le originarie esigenze militari e mantenuta pressoché inalterata nel corso dei secoli. L’edificio è stato oggetto di recenti interventi di restauro, negli anni ’80 del secolo scorso, che hanno conservato l’impaginato dei prospetti principale e postico.

L'edificio, distribuito su quattro livelli, presenta strutture in elevato in muratura continua mista, in laterizio e pietra, intonacata e tinteggiata di colore rosa pallido. La copertura è a falde con travi lignee, tavelle e manto di copertura in coppi, in laterizio.

BIBLIOGRAFIA

Corbellini R./ Masau Dan M., Gradisca 1479-1511: storia di una fortezza, Gradisca d'Isonzo (GO) 1979

Masau Dan M., Fortezza di Gradisca. Gradisca d'Isonzo/ Gorizia, Reana del Rojale 1986

GRADISCA, Gradisca : città fortezza, città giardino, Monfalcone (GO) 1999

VENEZIA NON GUERRA, "Venezia non è da guerra." L'Isontino, la società friulana e la Serenissima nella guerra di Gradisca (1615-1617), Udine 2008

Antonello A., Case e palazzi di Gradisca XV-XVIII. Lo sviluppo urbanistico ed architettonico della fortezza fra il XV ed il XVIII secolo, Gradisca d'Isonzo (GO) 2017

Dove si trova