Il complesso è costituito da vari edifici difficilmente rapportabili gli uni agli altri, risultato di moteplici interventi di ricostruzione e trasformazione dell'originario castello fortificato. Alla torre è annesso il corpo padronale, con pianta rettangolare, collegato a un'ala laterale con la quale forma una planimetria a L che prosegue con un passaggio porticato fino a unirsi con la chiesa antistante e a racchiudere un giardino. La facciata principale della villa è molto semplice, composta su tre rdini di aperture sovrapposte e disposte simmetricamente rispetto al centro. L'asse mediano è segnato dal portone, con cornice in bugnato, sormontato dal balconcino del piano nobile sul quale si affaccia la porta finestra ad arco a tutto sesto del salone; sopra la monofora lo stemma della famiglia Strassoldo e sul tetto un abbaino. Il palazzo è collegato verso il cortile, a una costruzione, con al piano terra due grandi arcate, dalla quale si accedeva direttamente alla balconata della chiesa. Del complesso fa parte la chiesa di San Nicolò, san- to protettore delle inondazioni, fenomeno che spesso aveva minacciato il maniero. La chiesa assunse le caratteristiche attuali nel XVIII secolo, ma è testimoniata la presenza di una cappella dedicata al santo già nel corso del Trecento. E curiosa la posizione centrale della chiesa, che solitamente sorge ai margini del castello e in questo caso, invece, ne costituisce il fulcro. Internamente alla chiesa, conservata in ottime condizioni e dove nel 1798 vennero celebrate le nozze tra Francesca Romana, membro della casata degli Strassoldo e il maresciallo Radetzky, si trovano una pala sull'altare maggiore realizzata per volontà del conte Nicolò Strassoldo, due pale dipinte dal pittore Pietro Bainville nel 1739 e l'altare in pietra bianca d'Istria dipinto da Bernardino da Bissone nel Quattrocento. È interessante notare anche la croce in pietra, di origine longobarda, incastonata esternamente alla chiesa sulla parete a nord. A fianco della chiesa e sul retro si trovano degli edifici rustici di grandi dimensioni, alcune parti dei quali sono state restaurate e adibite a uso residenziale. Uscendo dal maniero da porta Cistigna si trova un antico mulino, risalente al XII secolo e operativo per settecento anni, conservando all'interno ancora dei macchinari.
Sulle sponde del fiume Imburino, in una zona acquitrinosa di risorgive ma in posizione strategica fra Trieste e Venezia e nelle immediate vicinanze della via Julia Augusta, nel periodo tra la dominazione longobarda e l'impero ottoniano vennero costruite due semplici torri destinate a diventare uno dei castelli più pittoreschi del Friuli, sede del dominio di una delle famiglie più importanti della regione, gli Strassoldo. La storia del castello è strettamente legata a quella di questa famiglia di origine germanica che s'insediò nella Bassa friulana prima del 1077, e la cui giurisdizione si estendeva su un'area molto ampia, da Codroipo a Gorizia, dalla Carinzia a Vipacco. Alcuni documenti d 'archivio testimoniano la divisione della famiglia Strassoldo in due ceppi già a partire dal 1190, fatto che ha portato allo sviluppo di una doppia struttura: il castello di Sopra e il castello di Sotto. La rnorfologia attuale del complesso è il risultato di molteplici interventi e trasformazioni. Della struttura medioevale sono rimasti solo pochi dettagli in quanto attorno al 1509 il castello venne attaccato dalle milizie croate guidate da Cristoforo Frangipane di Tersatto e dato alle fiamme; l'incendio non lo distrusse completamente tanto che venne nuovamente attaccato pochi anni dopo. Nel corso del Seicento la fortificazione venne in parte ricostruita e nel 1749 le costruzioni vennero trasformate negli edifici barocchi con grandi giardini che si vedono tutt'oggi. La torre che sorgeva sulla sponda sinistra dell'Imburino è ancora presente nel castello di Sopra, originariamente era affiancata dai muri di cinta e da altre torri nonché da alcune case e depositi. La famiglia Strassoldo abitava all'interno delle mura, mentre nelle case all'esterno aveva sede il Comune per l'amministrazione dell'uso delle terre e la riscossione dei tributi. TI complesso del castello di Sopra è costituito da varie parti difficilmente databili con precisione e rapportabili le une alle altre. Domina l'alta torre in mattoni che era adibita a residenza. Ulmer, nel suo "Castelli friulani. Storia e civiltà" suppone tuttavia che la torre non sia quella originaria di cui si parla in un documento del 1322 e, per il tipo di materiale utilizzato, stima che la costruzione possa essere avvenuta solo alla fine del XIV sec. La presenza poi di un angolo molto accentuato verso l'interno del castello, simile alla forma dei bastioni, e le poderose volte a botte che si trovano all'interno e che servivano per installare dei piccoli cannoni fanno slittare la datazione ai primi anni del Cinquecento. Il corpo padronale venne distrutto nel 1381 dal patriarca Filippo d'Alecon. Il complesso venne attaccato e devastato più volte nel corso del Quattrocento e solo nel 1509 cominciò la ricostruzione che, tra aggiunte e cambiamenti, durò per tre secoli.
Ville venete, Ville venete: la Regione Friuli Venezia Giulia, Venezia 2005