Casa Schiozzi, Gorizia

Localizzazione
Gorizia (GO)
Oggetto
casa
Denominazione
Casa Schiozzi
Altra denominazione
casa Schiozzi
Autore
Cuzzi Umberto (1891/ 1973)
Uso storico
abitazioni
Uso attuale
abitazioni
Codice scheda
A_2446

L’immobile si trova di fronte al Parco della Rimembranza, al centro del quale, appena qualche anno prima viene eretto il tempietto dedicato ai caduti goriziani, opera dell’architetto romano Enrico Del Debbio. Dalla forma dell’edificio pare proprio che Cuzzi abbia voluto assecondare la volontà di inserire la palazzina in modo armonico nel contesto urbano. Infatti, la curvatura dell’edificio di Cuzzi riflette in modo speculare l’analogo andamento sinuoso del corrispondente fabbricato che sorge sul fronte opposto, lungo via Mattioli. Nell’edificio esistente la curvatura d’angolo è caratterizzata dalla presenza di balconi balaustrati che seguono lo sviluppo del volume. Cuzzi, nella sua palazzina riprende questa idea di fondo, realizzando delle terrazze arcuate che diventano una sorta di cerniera di raccordo tra le facciate sulle due vie ortogonali. Il fabbricato si sviluppa su un piano seminterrato e su quattro piani fuori terra suddivisi in otto appartamenti. L’edificio, adattandosi al perimetro del lotto d’angolo su cui insiste, presenta una pianta ad “L” con un vertice arrotondato. La planimetria è centrata sull’androne d’ingresso e sul vano scala che raccordano i due bracci e che fungono da elementi di distribuzione degli spazi interni. L’edificio è accessibile da via Canova, attraverso un avancorpo centrale in aggetto dal filo muro. Da questo corpo avanzato partono a pettine i parapetti delle terrazze, complanari alla facciata aggettante. Esternamente, si disegnano due allineamenti di balconi in muratura piena: più piccoli a sinistra e lunghi a destra dove seguono l’angolo arrotondato dell’edificio. Tutte le facciate risultano contraddistinte da una rigorosa pulizia, con finestre allineate verticalmente e regolarmente distribuite. Proprio sull’angolo sono collocate delle grandi aperture che si affacciano sui balconi curvi. Tutte le finestre, dotate di serramenti bianchi, sono prive di cornici. Gli spigoli degli stipiti sono lievemente stondati, mentre i sottili e squadrati davanzali sono in muratura, così come i parapetti dei balconi. Anche il cromatismo viene studiato attentamente. Cuzzi infatti assegna al corpo aggettante il colore verde salvia, mentre per il resto dei prospetti il rosa acceso. Nel corso degli anni lo schema cromatico originario viene completamente stravolto. Oggi, le facciate risultano intonacate omogeneamente con un colore rosa pesca, mentre lo zoccolo e i davanzali sono di colore rosa intenso. Il tetto dell’edificio è a padiglione con struttura lignea coperta con un manto di coppi. Lungo le due facciate principali lo sporto di linda, lievemente aggettante, è piano con intradosso intonacato di bianco, così come gli intradossi dei balconi.

Il progetto di questa palazzina per appartamenti in via Canova, anche se firmato dal committente, l'ingegnere Guido Schiozzi, è da attribuirsi ad Umberto Cuzzi, con ogni probabilità ideatore, nel 1935, della composizione complessiva dello stabile. I caratteri architettonici dell’edificio e il suo rigoroso linguaggio razionalista, portano a ritenere che la progettazione sia da assegnare proprio a Cuzzi. Nel corso del tempo l’edificio non subisce sostanziali cambiamenti, a parte alcuni interventi di manutenzione che hanno modificato la cromia delle facciate, stravolgendone così la natura originaria.

Fondazioni in pietra e calcestruzzo armato. Struttura portante in muratura di mattoni e pilastri di calcestruzzo armato. Solai interpiano in laterocemento. Struttura del tetto in travi di legno e manto di copertura in coppi.

BIBLIOGRAFIA

Castellan F., A Gorizia, l'architettura ha da essere italiana?, in Il Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Urbanistica e architettura. Catalogo della mostra, Venezia 2000

Uccello E., Umberto Cuzzi architetto. Gli anni del razionalismo e l'attività goriziana 1928-1935, in Studi Goriziani, Gorizia 1990, LXXII, luglio-dicembre

Damiani L., Arte del Novecento in Friuli - 2. Il Novecento mito e razionalismo, Udine 1982

Dove si trova