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I due mozzi sono cilindri oblunghi di legno tornito, rastremati alle estremità. Queste devono poi essere calettate con anelli di ferro (di solito 4) a rinforzo, per impedirne la rottura. I mozzi sono trapassati da un foro circolare, realizzato con la trivella o #foradorie# che ne permette l'inserimento nell'asse insieme con l'anima di ferro cilindrica, chiamata #boccola#. Al centro del corpo, nella parte più grossa, sono presenti 10 fori rettangolari, ottenuti con lo scalpello, per l'inserimento delle teste assottigliate dei raggi.
Le ruote potevano solitamente avere 10 o 12 raggi: nei carri agricoli, le ruote a 10 raggi erano quelle anteriori, mentre quelle a 12, più grandi, erano le posteriori. Le ruote a 10 raggi venivano utilizzate anche per gli aratri. Nel Museo di Farra sono presenti le attrezzature del falegname carraio Redento Tolloi (1891-1960) di Ronchi dei Legionari (per informazioni consultare la scheda 19221). Sarebbe plausibile pensare che i mozzi e la ruota fossero suoi, ma non rientrano nella lista dei beni dati prima in comodato e poi venduti al museo.
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