lavatoio, brèe di lavâ

Oggetto
lavatoio
Altra Denominazione
brèe di lavâ, lavadôr, lavadóur
Ambito di produzione
artigianato del Friuli occidentale
Cronologia
sec. XX
Materia
legno
Misure
cm - altezza 32.5, larghezza 70, profondità 88
Codice scheda
BDM_19714
Collocazione
San Vito al Tagliamento (PN)
Palazzo Tullio Altan
Museo provinciale della vita contadina Diogene Penzi

Piano di assi parallele tenute assieme sia ad incastro sia, sulla faccia inferiore, parallelamente ai lati minori, da due assi di legno inchiodate e sagomate per appoggiare la tavola lungo i corsi d’acqua mantenendola inclinata. Posteriormente al lato superiore sono fissate due tavole ortogonali: sul piano orizzontale ci si inginocchiava, ed il foro nella parte centrale ne facilitava il trasporto, mentre quello verticale proteggeva la lavandaia dall’acqua. Sulla faccia superiore, in alto a sinistra è fissata una cornice per riporvi il sapone.

Il sapone era preparato in casa con le ossa del maiale e l'aggiunta di soda caustica e lo si utilizzava di solito nel lavaggio settimanale dei capi, mentre per la biancheria della casa si eseguiva il lavaggio, di solito meno frequente, con il ranno. La liscivia, o ranno, era un detergente che si otteneva filtrando con acqua bollente la cenere raccolta in un telo opportunamente disposto sul mastello in cui era stato sistemato il bucato.

BIBLIOGRAFIA

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Scheuermeier P., Il lavoro dei contadini. Cultura materiale e artigianato rurale in Italia e nella Svizzera italiana e retoromanza, Milano 1980, 2

Un imprest, Un imprest, una storia, una gota di vita, s.l. s. d.