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Sorta di gabbia di forma vagamente semisferica, un po' allungata, che si adatta al muso dell'animale, realizzata intrecciando filo di ferro a formare un reticolo di maglie di forma per lo più esagonale di diverse dimensioni. A consolidare la struttura tre anelli, di diametro crescente, uno intermedio e gli altri alle estremità. Più marcata in questo esemplare la differenza di diametro dei due cerchi maggiori, cosicché il reticolo forma una sorta di tesa sul cui diametro è fissato un archetto come manico mobile, al centro del quale si fissa del filo di ferro con l'altra estremità piegata ad uncino
Le museruole, che si applicavano non solo ai buoi ma anche ad asini, cavalli e vitelli, evitavano che gli animali si fermassero a mangiare mentre erano al lavoro, o danneggiassero le coltivazioni, proprie o altrui, ad esempio strappando le giovani piante del mais durante la sarchiatura o la rincalzatura. Venivano inoltre impiegate su mucche gravide che avevano bisogno di una digestione lenta o su capi malati ma anche su vitelli nella fase dello svezzamento
Penzi D., Guida al Museo Provinciale della Vita contadina, Pordenone 1987
Chiaradia G., Gli arnesi della stalla. Nomenclatura e usi nel Friuli Occidentale, in Tiere Furlane, 2013, a. 5, n. 2 luglio
Dizionario italiano-friulano, Dizionario italiano-friulano di vita contadina, Pordenone 2005
Museo usi, Museo degli usi e costumi della gente trentina., San Michele all'Adige 2002
Dalla Bona P., Civiltà contadina nel comune di Sequals. 1850-1950, Sequals (PN) 1993
Penzi D., Vandi e regolà. Una cultura contadina dimenticata, Udine 1983
Un imprest, Un imprest, una storia, una gota di vita, s.l. s. d.