in alto: FARGAS
in basso: FARGAS N.703
La stufa ha base quadrata, poggiante su uno zoccolo più ampio. Presenta rilievi decorativi (motivi geometrici - sugli sportelli - e vegetali - sullo sportello inferiore da cui si estrae la cenere e nella zona superiore). In cima è posto un pinnacolo che slancia la struttura.
Gli operai della miniera non provenivano solo dalla Carnia, ma pure dal resto del Friuli, dal Bellunese e dall’Istria. C’erano inoltre veneti, toscani, napoletani, calabresi e siciliani. L’ACaI aveva provveduto a costruire dei dormitori: erano stati predisposti tre alloggi, nei pressi del centro abitato, dotati ciascuno di 120 letti con coperte e biancheria che venivano cambiate regolarmente e lavate dalle donne della lavanderia. Vicino sorgeva un edificio con fontane e servizi igienici. In paese aveva poi aperto bottega un barbiere. Nei dormitori i minatori riposavano e trascorrevano le ore tra un turno e l’altro. I locali erano riscaldati da stufe in ghisa, destinate a bruciare anche carbone: assai resistenti, irradiavano a lungo il calore.
Dell'Oste D./ Tacus N./ Tacus S., Il carbone di Creta d'Oro. Storia della miniera di Cludinico, Udine 2012