irroratrice, pompe dal solfato

Oggetto
irroratrice
Altra Denominazione
pompe dal solfato
Cronologia
sec. XX prima metà
Materia
metallo - gomma - fibra vegetale
Misure
cm - altezza 58, larghezza 37, profondità 53
Codice scheda
BDM_19597
Collocazione
San Vito al Tagliamento (PN)
Palazzo Tullio Altan
Museo provinciale della vita contadina Diogene Penzi
Iscrizioni

L'irroratrice è un recipiente alto di base semicircolare schiacciata con cinghie nella parte posteriore per essere portata a spalla. Dal bordo del piano superiore sporge lo stantuffo della pompa a cui si connette la leva di azionamento collocata sul fianco del serbatoio e l’attacco per il tubo di gomma su cui è inserita la canna dotata di erogatore. Al centro si apre il foro (privo di tappo) da cui si versava nel contenitore il preparato anticrittogamico.

La pianta della vite può essere attaccata da numerosi parassiti e pertanto richiede ripetuti trattamenti per prevenirli o debellarli. Il fungo più diffuso, anche se non l’unico, era quello della peronospora e per combatterlo era comunemente usato il solfato di rame (verderame) che, acquistato in cristalli, veniva disciolto in acqua e poi ulteriormente diluito per ottenere una soluzione a cui andava aggiunta della calce. Si otteneva così la poltiglia bordolese che andava spruzzata con le irroratrici sulle viti ben asciutte per favorirne la presa sulla pianta. Era una attività nociva per i contadini, privi di protezioni adeguate.

BIBLIOGRAFIA

Museo usi, Museo degli usi e costumi della gente trentina., San Michele all'Adige 2002

Scheuermeier P., Il lavoro dei contadini. Cultura materiale e artigianato rurale in Italia e nella Svizzera italiana e retoromanza, Milano 1980, 2