Su un carboncino nero opacizzato e lacerato ai lati si intravede uno scorcio di Venezia disegnato con gesso bianco: "Ponte di Rialto". L'usura rende parzialmente indistinguibile il disegno e il messaggio: le lumeggiature più evidenti al centro strutturano il ponte e lo rendono riconoscibile. Ai suoi lati si percepiscono anonimi edifici e strutture architettoniche in prospettiva, semplici espedienti per costruire lo spazio e animarlo. In primo piano, quasi impercettibili, compaiono sagome di figure in costume, già sommariamente pensate con effetti di ombra e di luce.
Il cartone raffigurante "Giovane uomo nudo" fu presumibilmente realizzato da Umberto Martina, negli anni Trenta e fa parte di un gruppo di cartoni (n. di inventario 269, 270, 271) donati, alla fine degli anni Cinquanta, alla Scuola Mosaicisti di Spilimbergo da Gigi Martina, fotografo di Treviso, nipote del pittore Umberto. Con sapienza tecnica, con rigore geometrico e matematico Martina inquadra lo scorcio veneziano ricorrendo a una disposizione prospettica obliqua. Pur nella parziale indecifrabilità del disegno, è evidente come l'artista riesca a compensare lo studio scientifico del suo bozzetto con interpretazioni più libere o puramente decorative: si veda no le impetuose lumeggiature dell'orizzonte pensate per movimentare l 'inquadratura e per rendere poi in pittura le variazioni atmosferiche e luministiche, oppure si osservino le sagome delle figure in costume, in primo pia no, ideate con la vivacità e la vitalità delle macchiette.